Il sogno di Adolfo e la crescita del Brazilian Jiu-Jitsu in Italia: quando la scuola crede nello sport
C’è un’onda silenziosa ma inarrestabile che sta attraversando l’Italia: è quella del Brazilian Jiu-Jitsu, una disciplina che fonde tecnica, strategia e forza mentale come poche altre. Negli ultimi anni questo sport ha conosciuto una crescita esplosiva nel nostro Paese, con sempre più ragazzi che scelgono di indossare il kimono e affrontare le sfide del tatami. Tra questi c’è Adolfo Fiorentino, uno dei giovani talenti più promettenti del panorama nazionale. Le sue giornate scorrono tra allenamenti intensi presso la Tribe Jiu Jitsu Roma Nord, viaggi per le competizioni e studio, un equilibrio che non è semplice da mantenere. Ma grazie all’impegno della sua scuola, l’Istituto Tito Lucrezio Caro di Roma, e al Progetto “Studente Atleta di Interesse Nazionale” del Ministero dell’Istruzione, Adolfo può inseguire i suoi obiettivi senza rinunciare alla formazione scolastica.
Brazilian Jiu-Jitsu, la storia di Adolfo Fiorentino
«Allenarsi ogni giorno e allo stesso tempo prepararsi per le verifiche non è facile - racconta - ma quando sai che la scuola ti sostiene, tutto diventa possibile». Il progetto, pensato per gli studenti impegnati nello sport agonistico, è un segnale importante: il Ministero sta infatti cercando di avvicinare il modello italiano a quello americano, dove sport e istruzione camminano insieme e dove gli investimenti nella crescita degli atleti fanno parte del sistema educativo. Una visione che finalmente comincia a farsi strada anche da noi, aprendo prospettive nuove per tanti giovani come Adolfo, che ogni giorno portano sul tatami la stessa determinazione che mettono tra i banchi di scuola. Perché, come insegnano le arti marziali, la vera vittoria non è solo salire sul podio, ma riuscire a crescere, dentro e fuori dal tatami.