Doping, la Cakir perde l'oro olimpico dei 1500

Valori ematici anomali: la turca, alla seconda infrazione, squalificata otto anni da Tas. Ma il titolo resta in Turchia...
Doping, la Cakir perde l'oro olimpico dei 1500
Francesco Volpe
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I primi sospetti li avanzò tre anni fa una sua avversaria, Lisa Dobriskey. Travolta sui 1500 metri alla tappa della Diamond League di Parigi 2012, la britannica non seppe trattenersi. “Probabilmente finirò nei guai per quello che sto per dire - azzardò - ma ho l’impressione di non gareggiare su un piano di parità”. A far sbottare la Dobriskey fu l’incredibile tempo della vincitrice, la turca Asli Cakir-Alptekin: 3’56”62! Un progresso di cinque secondi e mezzo sul personale e di quasi dieci dall’inizio di quella stagione, quando la Cakir vantava un “normale” 4’05”53. Ad aumentare i sospetti il fatto che la turca fosse già reduce da una squalifica per doping dopo la positività agli steroidi anabolizzanti ai Mondiali juniores del 2004. Qualche settimana dopo Parigi, la Cakir conquistò l’oro dei 1500 all’Olimpiade londinese.

Quell'oro oggi le è stato tolto da una sentenza del Tribunale arbitrale dello sport (Tas) di Losanna. Nel maggio del 2013 infatti, la turca era stata sospesa dalla Iaaf per le anomalie riscontrate nei campioni di sangue prelevati tra il luglio 2010 e l’ottobre 2012 nel quadro dei controlli per il passaporto biologico, ma la federazione di Istanbul l’aveva successivamente scagionata da ogni accusa. La Iaaf ha così portato il caso all’attenzione del Tas, che alla resa dei conti ha soltanto ratificato l'accordo raggiunto nel frattempo dalla stessa Iaaf con l'atleta. La turca ha evitato la squalifica a vita (seconda infrazione) accettando di restituire l’oro olimpico e quello europeo, nonché i 10.000 dollari di premio vinti con il bronzo ai Mondiali indoor. Tutti i risultati ottenuti dalla Cakir fra il 29 luglio 2010 e il 17 ottobre del 2012 sono stati cancellati. Tra questi, appunto, gli ori di Londra 2012, degli Europei di Helsinki 2012, dell'Universiade di Shenzhen 2011 e il bronzo iridato al coperto di Istanbul 2012. "La mezzofondista - ha spiegato il Tas in una nota - non ha saputo fornire spiegazioni convincenti per le anomalie nel suo passaporto biologico e non ha potuto ribattere alle osservazioni della Iaaf secondo cui erano frutto di manipolazioni del sangue".

La medaglia d’oro di Londra passa alla connazionale Gamze Bulut, seconda, l’argento a Maryam Yusuf Jamal, etiope del Bahrein, e il bronzo, in teoria, alla russa Tatyana Tomashova. In teoria perché il nome di quest’ultima è nel frattempo emerso nell’inchiesta condotta dal domenicale inglese “Mail on Sunday” e dalla televisione tedesca Ard sui valori ematici più che sospetti di centinaia di atleti testati, e mai fermati, tra il 2001 e il 2012.


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