Atletica - Il "senatore" Anzini più forte di tutto

Domenico Anzini sempre presente alla Maratona di Roma. Il podista abruzzese di Poggio Filippo è diventato popolare tra i runner statunitensi dopo il film di Jon Dunham. Il ginocchio lo fa soffrire ma lui non si arrende
Atletica - Il "senatore" Anzini più forte di tutto© LEADES
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Ventidue anni di corsa sono tanti. Tra le grandi cifre della Maratona di Roma che si correrà domenica (dalle 8.35 da via dei Fori Imperiali) ci sono i 37 senatori dell’urbe podistica che non ne hanno mancata nemmeno una, in barba all’età e al maltempo che spesso ha reso impervia la corsa sui sanpietrini.
La storia di Domenico Anzini sotto questo punto di vista è esemplare. Festeggerà il 77° compleanno tre giorni dopo la Maratona e partire per la ventiduesima avventura è il regalo che si è voluto fare. Un altro viaggio in un mondo che è diventato tutto suo, da quando lasciò il natio Poggio Filippo, a ridosso di Tagliacozzo, in Abruzzo. Luoghi dove la corsa è una presenza importante, come si è avuto modo di scoprire quando Alex Schwazer svolse il suo primo test, sulla pista sconsacrata in località Sant’Onofrio, dove si allenano i Magic Runners di Tagliacozzo, che è anche diventato il nuovo club di Domenico Anzini.
 
La vita gli ha insegnato a contare sempre sulle sue sole forze, a non dipendere da nessuno, nemmeno da una bicicletta che magari ti può piantare in asso all’improvviso (come quella volta, nella cronoscalata da Tagliacozzo a Poggio Filippo). E’ stato alpino, ciclista, infine podista, o runner come si dice oggi.  
Domenico Anzini al via anche domenica è una delle testimonianze incontrovertibili di quanto possa fare la forza di volontà. L’anno scorso sotto la pioggia incessante strinse i denti e tagliò sorridente il traguardo: solo lui sapeva quanto aveva dovuto soffrire per arrivare alla fine. Forza e passione sono il suo carburante inesauribile, anche se deve fare i conti col tempo che passa e con i chilometri macinati, perché anche le macchine migliori si usurano. E’ reduce da una stagione difficile e tormentata per via del suo serio problema al ginocchio. Domenico praticamente non ha più il menisco, i legamenti si sono consumati, notevolmente ridotti al punto che quando si è sottoposto alla rituale risonanza magnetica, i medici faticavano a rintracciarli.... Gli ortopedici gli hanno detto la brutale verità: «Signor Domenico, lei deve smettere di correre». Ma Mimmo è cresciuto in una famiglia di sette fratelli e non tradisce quanto si dice sulla testardaggine degli abruzzesi, a cui aggiunge fierezza e generosità. Inutile aggiungere che Domenico non ha affatto smesso di correre. E’ riuscito a star fermo un mesetto, poi ha ricominciato, anche se il dolore non lo abbandonava. Pià faceva male e più pensava alla Maratona, alle sensazioni che quest’evento sa dargli. Lo ha capito anche l’ultimo ortopedico che ha provato a farlo smettere: «Va bene allora, corri! Tanto tu corri con la testa...».
 
Una grande verità, perchè i pensieri di Mimmo anche domenica andranno veloci, anche più delle sue gambe. «Mi sento come un soldato, come se fossi un guerriero che corre a difendere la mia Roma». E nella testa scorre il film della storia: imperatori, gladiatori, sanpietrini. Perché correre per le strade di Roma significa immergersi letteralmente nel passato. Si è anche comprato la maglietta con sopra scritto “al mio segnale scatenate l’inferno”.
La famiglia lo segue spesso lungo il percorso. La signora Giovanna, le figlie Manuela, Cinzia e Arianna, cresciute e coccolate da questo papà speciale, che compone poesie, suona l’armonica, tifa per la Roma e ama ascoltare la musica di Villa e Modugno, oltre ai film di Albertone Sordi e Vittorio Gassman.
Le figlie lo definiscono «una testa dura» e lo ammirano incondizionatamente per la forza indiscutibile e per la passione smisurata che mette in quello che fa. «Non si arrende e si sprona da solo anche quando trapela qualche cedimento». 
E naturalmente seguono anche con ansia e preoccupazione la maratona di Mimmo, come un figlio seguirebbe il papà sul ring in un match di boxe. Ma non fanno mancare tifo e sostegno e la loro medaglia è negli occhi scintillanti del papà, da podista un esempio da custodire nel cuore e seguir nella vita di tutti i giorni. 
E grazie alla Maratona, e a “The Spirit of Marathon II”,  è diventato un personaggio. Lo hanno visto nel film e nelle ultime due maratone quando è andato a ritirare il pettorale, runner statunitensi lo hanno riconosciuto e gli hanno chiesto di posare nelle foto ricordo. Da Poggio Filippo all’America, e senza fare l’emigrante come molti abruzzesi nel dopoguerra, solo con la forza delle sue gambe.
I 37 SENATORI - Sono trentasette i senatori della Maratona di Roma. I veterani che domenica correranno la ventiduesima edizione, ma che sono stati presenti fin dal primo anno. Ecco i loro nomi. Benito Aleotti, Domenico Anzini, Aldo Avella, Franco Baccari, Pietro Bernardo, Vito Carignani, Vanni Casarini, Paola Cenni, Silvana Ciocchetti, Giuseppe Colangeli, Sandro Curzi, Adamo De Amicis, Romano Dessì, Rocco Di Giamberardino, Annunzio Di Gioia, Stefano Gavazza, Claudio Infusi, Roberto La Mura, Claudio Leoncini, Franco Lodovichi, Eligio Lomuscio, Pierluigi Marrama, Gaetano Milone, Felice Nucci, Giuseppe Nucera, Alberto Orlandi, Vincenzo Pelliccia, Antonino Pellino, Matteo Rinaldi, Eugenio Rondelli, Giuseppe Salatino, Angelo Salvati, Gabriella Scarzani, Giovanni Sippelli, Francesco Tartasi, Carlo Testoni, Giuseppe Zitelli.

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