Tamberi: "Debutto il 20 giugno a Formia. Razzismo? Siamo al 5G..."

L'altista italiano sull'assenza del pubblico: "Un dramma, sportivamente parlando. Essere in pedana e guardare qualcuno che mi sta osservando mi dà carica"
Tamberi: "Debutto il 20 giugno a Formia. Razzismo? Siamo al 5G..."© Bartoletti
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ROMA - Gianmarco Tamberi pensa al futuro. L'altista italiano in un'intervista a Atletica Tv ha annunciato il suo ritorno in pedana: "Debutto sabato 20 giugno a Formia. Sono stato l’ultimo a gareggiare, il 29 febbraio a Siena, con quel 2,31, e sarò il primo a tornare. Ovviamente è soltanto un primo test per riaffacciarsi alle competizioni e tenere alta la tensione e l’adrenalina". Sarà un ritorno alle gare particolare perchè senza il pubblico presente, per rispettare le norme per il Coronavirus: "Un dramma, sportivamente parlando. Essere in pedana e guardare qualcuno che mi sta osservando, mi dà una carica che non si può immaginare. Quegli sguardi mi mettono i brividi, è qualcosa di stratosferico". L'atleta azzurro non ha nascosto la sua gioia per il Golden Gala programmato allo Stadio dei Marmi di Roma il 17 settembre: "È uno stadio dal fascino unico, ogni volta che ci riscaldiamo lì prima di entrare all’Olimpico rimango dieci minuti a fissare le statue e immaginare una gara in quel contesto".

"Razzismo? Bisogna tirar fuori la voce"

Non solo obiettivi a breve termine per Tamberi, che punta deciso anche le Olimpiadi di Tokyo, rinviate al 2021: "Sarà un anno di costruzione. Senza la gara di punta come i Giochi di Tokyo, e poi neanche gli Europei di Parigi, potremo mettere a punto tanti piccoli dettagli che saranno utili il prossimo anno". Poi rivolge un consiglio agli azzurri che stanno per tornare a gareggiare: "Tenete duro e cercate obiettivi a breve termine. Lavorate sui dettagli". Infine si esprime sul tema razzismo, sempre più d'attualità dopo il caso di Minneapolis: "Siamo al 5G e qui qualcuno teorizza ancora la differenze tra razze. Penso sia giusto che noi sportivi sosteniamo queste battaglie contro il razzismo. Bisogna tirar fuori la voce".


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