Jacobs non guarisce, a rischio gli Europei

L'olimpionico soffre ancora per una lesione all'adduttore: consulto con il fisiatra Combi
Jacobs non guarisce, a rischio gli Europei© ANSA
Franco Fava
5 min

La «contrattura a carico del grande adduttore della coscia destra» (comunicato federale del 16 luglio), in realtà era «una lesione, valutabile tra il 1° e il 2° grado, a carico del grande adduttore destro» (nota Fidal di ieri). Una lesione «in fase riparativa», ma pur sempre in atto. Il che, ad onta dell'ottimismo di facciata che ormai accompagna il campione olimpico da oltre due mesi, rende complesso sperare di vederlo in pista nella mattinata del 15 agosto per le batterie dei 100 agli Europei. Anche perché ormai, tra un volo intercontinentale e una seduta di fisioterapia, sono settimane che Marcell non riesce ad allenarsi come dovrebbe.



«Lo staff sanitario della Fidal ha disposto la prosecuzione del percorso riabilitativo fino a completa guarigione» si legge nella nota diramata ieri, ma in realtà il prof. Billi, medico federale, era ancora in volo da Eugene e, nell'attesa, la risonanza effettuata all'Istituto di Medicina dello Sport è stata spedita a Milano, al prof. Franco Combi, stimato fisiatra, ex medico dell'Inter di Mourinho e oggi consulente della Fidal. Si dovrà capire che terapia intraprendere per arrivare a una completa guarigione in tempi utili all'impegno tedesco.

Confronto

La situazione di Jacobs getta purtroppo un'ombra su una spedizione per altri versi assolutamente positiva. Rispetto al bottino record di cinque ori a Tokyo, quello raccolto ai Mondiali di Eugene può apparire sconfortante. Eppure era dal 2013 che l'Italia non vinceva due medaglie (un oro e un bronzo) e non piazzava così tanti finalisti tra i primi otto. Oro riconfermato nella marcia con Massimo Stano. Un bronzo di peso nell'alto con Elena Vallortigara, tre quarti posti: nell'alto con Tamberi, su quote d'eccellenza nonostante i problemi tecnici e fisici, nel martello con la Fantini e nel triplo con Dallavalle (e Ihemeje a ruota). Ai quali si aggiunge il mancato accesso per 3/100 di Tortu alla finale dei 200 con il personale portato a 20"10: tra i 24 semifinalisti, oltre al brianzolo c'era solo un altro europeo (il britannico Mitchell-Blake). Idem per Jacobs, costretto a rinunciare alla semifinale, anche questa con un solo britannico (Hughes) in compagnia dell'azzurro.

Tutto bene quindi? «No - dice il d.t Antonio La Torre - Eugene era un passaggio difficile, come dimostrato anche da altre nazioni, ma dobbiamo imparare dagli errori. Mi soddisfa che pur con le difficoltà delle nostre punte sia emersa la consistenza del nostro patrimonio post-Tokyo: dei dieci finalisti olimpici (cinque dei quali non erano presenti a Eugene; ndr), solo due si sono confermati, vuol dire che i restanti otto sono atleti sui quali si può puntare per Monaco».

Tra 25 giorni infatti scattano gli Europei a Monaco di Baviera. La Fidal conta di recuperare una buona parte dei finalisti olimpici assenti ai Mondiali perché infortunati. Tra questi Nadia Battocletti, Zane Weir, Yeman Crippa. In più, i maratoneti tenuti a casa in Oregon saranno presenti in massa a Monaco. Il numero dei convocati potrebbe schizzare dai 60 di Eugene a oltre 100.

Proiezione

L'analisi dei piazzamenti degli azzurri ai Mondiali evidenzia un medagliere virtuale che sorride all'Italia in prospettiva Europei. Solo con i presenti a Eugene, cancellati gli atleti extra-europei, si ha una proiezione di 11 medaglie a Monaco: due ori, sette argenti, tre bronzi. Gli ori sono quelli di Sara Fantini (quarta nel martello, ma prima europea) e ovviamente di Stano, che a Monaco tornerà alla 20 km. Ipotetico argento per la marciatrice Trapletti, il pesista Ponzio, Elena Vallortigara e Tamberi (alto) e Dallavalle (triplo). Ma anche per Tortu e Jacobs, se riuscirà a recuperare l'integrità fisica. Bronzo virtuale per l'altro triplista Ihemeje e la 4x400 mista. Un bottino che, com'è negli auspici del presidente Stefano Mei, potrebbe superare quello record di Spalato 90 (12 medaglie e ben 5 ori).

«Ma attenzione, a Eugene la Germania era poco rappresentata perché pensa ai campionati in casa, mentre i francesi sono con la testa già a Parigi 2024. L'obiettivo a Monaco è “tornare cacciatori”» chiosa La Torre.


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