Storica Italia nell’atletica: “Adesso servono più allenatori”

La Torre conferma: “Jacobs voleva correre la batteria”. Mei: “Ora si fermi”
Storica Italia nell’atletica: “Adesso servono più allenatori”© EPA
Franco Fava
4 min

MONACO - "Voto? Quasi 100 se fossimo agli esami di maturità: Siamo andati al di là delle previsioni, lo confermano medaglie e numeri. Anche se abbiamo commesso qualche errore, importante non ripeterli". Il d.t. Antonio La Torre traccia il bilancio di questi Europei con tante luci e qualche ombra. Come il caos 4x100, non arrivata alla finale con l’assenza di Jacobs. "Lui voleva correre già la batteria, Camossi era perplesso: quando ha sentito il fastidio al polpaccio per prudenza abbiamo inserito Polanco al suo posto. Precauzione avrebbe voluto che gli si chiedesse di correre solo la finale".  
Il presidente Fidal, Stefano Mei, recita il mea culpa ma rassicura che non c’è alcun attrito tra dirigenza e settore tecnico: "Marcell sta bene, a Roma farà ulteriori accertamenti clinici. L’auspicio? Che possa correre presto in 9”79, ma sarei più sereno se decidesse di fermarsi qui: matrimonio e reset fisico per ripartire alla grande". 
Per Mei il bilancio è stremamente positivo: "Undici medaglie, di cui tre d’oro in specialità simbolo come 100, 10.000 e alto, poi due argenti e sei bronzi. Non siamo riusciti a eguagliare il bottino record dei 12 podi di Spalato ‘90, ma abbiamo fatto meglio nella classifica a punti, dove non eravamo mai arrivati terzi: con 142,5 abbiamo superato i 136,5 di 32 anni fa. Nell’ultima edizione di Berlino 2018 chiudemmo con quattro bronzi (tolte le squadre di maratona; ndr)".  

La maratona

Dei 98 azzurri, più di un terzo si è classificato tra i primi otto, abbiamo tenuto testa a Paesi importanti. Per La Torre, rispetto all’ultima edizione, da qui esce un’altra Italia, più consapevole: "Abbiamo superato il primo test verso Budapest 2023 e Parigi 2024. Rispetto al passato siamo stati molto presenti nelle corse in pista e nei concorsi. La sorpresa più bella? Il 4° posto di Arese nei 1500 nella finale in cui c’erano tre dei primi cinque ai Mondiali e, ovviamente, il terzo posto delle ragazze della 4x100. Fantastici anche Barontini, i tre siepisti che ci hanno riportato all’epopea d’oro della specialità e Crippa, ovviamente, con la ciliegina dell’oro sui 10.000 dopo il bronzo nei 5000. Soddisfazioni anche dalle prove multiple con Dester al record italiano nel decathlon e la Gerevini al personale nell’eptathlon: il frutto di un progetto iniziato da tempo»
Riconoscimento al coraggio di Stano ("da rivedere i tempi di recupero dopo la 35 km"). E bocciatura maratona, male anche nella classifica a squadre nonostante avessimo in gara non pochi big. "Qui il mondo sta correndo più di noi e c’è un gran lavoro da fare, anche perché non avevamo portato un maratoneta ai Mondiali e puntato tutto su Monaco".  

Il sistema

C’è ottimismo in vista di due anni di fuoco (Mondiali nel 2023, Europei a Roma e Olimpiade di Parigi nel 2024): "Dopo i successi di Tokyo siamo stati travolti da nuovi tesserati, ma il numero di tecnici e società è sempre lo stesso - osserva Mei - Confidiamo nei nuovi bandi di Sport e Salute relativi al reclutamento e a settembre partirà un corso per allenatori". 
Per La Torre bisognerebbe fare molto di più: riprendere la sua proposta di 11 anni fa, quella delle passerelle, un sistema che ricorda con le debite differenze l’ex Germania Est. Indirizzare cioè i giovani seguendo criteri antropologici: "Se sei uno schiacciatore di volley scarso, vai indirizzato al giavellotto. Idem per un calciatore: se è veloce ma non prende palla, meglio che si dedichi allo sprint o al mezzofondo". 
Infine Mei e La Torre chiosano sulla 4x100: "Il responsabile Di Mulo ce lo invidiano in tutto il mondo: non è che se il calcio campione europeo non si qualifica per i Mondiali, Mancini di colpo diventa scarso. Ha ragione Tortu quando dice 'si vince e si perde tutti insieme'". 


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