Stefano Mei esclusivo: “L’Italia ha imparato a vincere, non ci sono solo Tamberi e Jacobs”

Il presidente federale traccia il consuntivo di un altro anno d’oro, ma guarda pure alle sfide tecniche e organizzative che attendono la Fidal dal 2023 al 2027
Stefano Mei esclusivo: “L’Italia ha imparato a vincere, non ci sono solo Tamberi e Jacobs”© ANSA
Franco Fava
12 min

ROMA - «Il 2023? Sarà una stagione ricca di sfide che una volta sembravano impossibili, come il 2021 e il 2022». Stefano Mei festeggia gli ultimi successi nel cross di qualche giorno fa agli Europei e aggiorna il pallottoliere degli ori conquistati da quando, 23 mesi fa, fu eletto al vertice dell’atletica italiana.

Tra Olimpiade, Mondiali ed Europei, quanti titoli da ascrivere alla sua presidenza?
«Fanno 13, dicono sia un numero che porta bene: cinque fantastiche medaglie d’oro ai Giochi di Tokyo, tre (una ciascuna; ndr) ai Mondiali indoor di Belgrado, all’aperto di Eugene e di staffette, tre agli Europei di Monaco di Baviera, uno agli Euroindoor e l’ultimo con la 4x1500 mista all’Eurocross di La Mandria». 
 
Ma il confronto con il nuoto vede l’atletica ancora nel ruolo di cenerentola
«In questi due anni abbiamo dimostrato, con i nostri campioni e anche con l’organizzazione, come l’atletica abbia cambiato pelle e questo nonostante le difficoltà incontrate dal 31 gennaio 2021». 
 
Quali?
«Quando sono stato eletto il Consiglio nazionale era fortemente diviso: 7 a 7. L’ago della bilancia a nostro favore è stata la presenza di Anna Riccardi per il suo ruolo in World Athletics. Ma oggi bisogna riconoscere che gli equilibri sono diversi: si apprezzano i risultati e le critiche sul mio operato sono pretestuose».  
 
Tutto risolto quindi?
«Lo spero, perché non sarà una passeggiata da qui al 2024 con gli Europei in casa e l’Olimpiade a Parigi: sto imparando a gestire tensioni e casini. Ma trovo curioso che ci sia ancora chi critica. Sa cosa dicono in Romagna, mia regione d’adozione? “Chi critica sono quelli che si lamentano del brodo grasso...”». 

Intanto il suo predecessore Gianni Gola si è autosospeso da presidente onorario Fidal e dimesso dal CdA della fondazione degli Europei di Roma 2024 in aperta polemica con lei

«Dice di essersi sentito un soprammobile con me, ma non lo era anche quando la Fidal era guidata da Alfio Giomi? Peggio ancora le dimissioni da Roma 2024, lì il contrasto sarebbe addirittura con Diego Nepi Molineris, il quale ha gestito finora la prima fase organizzativa della rassegna continentale». 
 
Le critiche dicono che siete in ritardo per Roma 2024: mancano poco più di 500 giorni.

«La realtà è che stiamo rispettando tutti i tempi: di recente ci ha fatto visita il presidente dell’atletica europea Karamarinov e si è complimentato. L’Olimpico si sta rifacendo il trucco: iniziati i lavori per il rifacimento della pista e presto toccherà ai Marmi e alla Farnesina». 
 
Roma potrebbe tornare a ospitare anche i Mondiali nel 2027, il presidente mondiale Seb Coe sembra augurarselo. E’ un’opportunità praticabile?

«A gennaio si apre la fase del le pre-candidature e noi abbiamo intenzione di presentarla. A fine anno World Athletic assegnerà la sede. Non ne ho ancora parlato con il ministro Andrea Abodi, ma lo farò presto. E’ un impegno importante e ci sarà bisogno del coinvolgimento del sistema Italia, per questo illustrerò il progetto anche a Giorgia Meloni. E’ nostro dovere provarci, l’atletica è cresciuta molto oggi sulla scia anche degli importanti trionfi olimpici e mondiali». 

Dall’ultima rassegna iridata nella Capitale saranno trascorsi 40 anni: dopo Eugene e con Tokyo nel 2025 l’Europa è in pole. Spinge anche l’Eurovisione per un ritorno nel vecchio continente.

«La congiuntura è favorevole. Ne ho già discusso con Coe qui a Roma giorni fa. Non vede nessuno ostacolo, lui è sempre incantato dal fascino della Capitale, una delle sue preferite». 
 
Siamo al termine di due stagioni d’oro, volano anche per un forte aumento dei praticanti, soprattutto a livello giovanile

«L’effetto Tokyo ha portato un incremento del 40% tra i giovani tesserati nel 2021. Quest’anno chiuderemo con un più 10% complessivo. Abbiamo toccato il tetto di 300.000 tesserati in tutte le aree. Tempo un paio d’anni e vedremo i risultati dell’effetto Covid, quando con il lockdown i ragazzi hanno scoperto in massa l’atletica». 

Il d.t. Antonio La Torre ha detto che con lei ha il giusto spazio di manovra, perché non interferisce più di tanto sulle scelte tecniche. Eppure prima di Tokyo si è sfiorata la rottura
«Tra noi c’è rispetto e fiducia. Quando ero atleta (oro europeo sui 10.000 nel 1986; ndr), mi fidavo del mio allenatore. Oggi faccio il presidente e mi fido di La Torre». 
Il suo programma elettorale evidenziava la necessità di maggiori attenzioni al settore tecnico: non ci sembra che l’obiettivo sia stato ancora raggiunto
«Il settore tecnico centrale resta prioritario, andrebbero destinate più risorse a un numero ristretto di allenatori ed è quello che stiamo cercando di fare». 
 
Quanto guadagnano i nostri tecnici?
«Sono una quarantina e percepiscono in media tra 15.000 e 40.000 euro l’anno». 
 
Ma molti tecnici e società continuano a soffrire sul territorio: 
«Abbiamo cinque progetti finanziati da Sport e Salute con 5.041.000 euro. Faremo dei bandi in piena trasparenza che premino il merito. Le aree di intervento sono la ricerca del talento, il cosiddetto “Porte aperte” che favorisce la pratica dell’atletica per la popolazione più fragile, oltre all’attività su strada, rivolta anche al benessere degli Over 45». 
Intanto tra poco più di due mesi si riparte con gli Europei indoor a Istanbul, che dice il suo oroscopo?
«Tanto amore, successo e felicità (scherza; ndr). Primo obiettivo portare tutte le nostre stelle al Golden Gala del 2 giugno, che quest’anno torna a Firenze per i lavori all’Olimpico. Nel programma gare concordato con la Diamond League spiccano 100, 200 e alto». 
Quindi parliamo di Jacobs e Tamberi, no?
«Non solo. Sarà un ghiotto antipasto dei Mondiali di fine agosto. Marcell e Gimbo sono determinatissimi a cogliere gli unici titoli che ancora gli mancano. E non dimentichiamo che a Eugene, oltre all’oro nella marcia di Stano, abbiamo colto ben quattro medaglie di legno...». 
 
E lei, che ambizioni culla?
«Continuare a vincere a Budapest, Parigi e oltre. Riportare il Mondiale a Roma e organizzare un giorno la finale della Diamond League nella Capitale». 
 
Tutto qui?
«Nel 2023 ci sarà il rinnovo delle carica nell’atletica europea (EAA), mi candido per un posto in Consiglio. Nel 2024 sarà la volta di World Athletics e punteremo a riconfermare Anna Riccardi nel governo di Seb Coe». 


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