Coach Camossi: “Jacobs correrà i 100 metri in 9”70”

Il campione olimpico ed europeo dei 100 è tornato dal ritiro invernale di Dubai e si prepara   al debutto di sabato, sui 60 metri al meeting di Lodz. Obiettivi: gli Europei in sala e poi i Mondiali estivi
Coach Camossi: “Jacobs correrà i 100 metri in 9”70”© Getty Images
Franco Fava
7 min

Sabato a Lodz, in Polonia, Marcell Jacobs tornerà in pista sui 60 indoor dopo un mese di grandi lavori a Dubai. Sarà una stagione al coperto breve ma intensa: quattro gare in 30 giorni (nove con i turni) con il clou a Istanbul per la riconferma della corona continentale in sala. Due mesi in cui concretizzare il salto di qualità sui 100 metri, anche in prospettiva cronometrica, in vista della rassegna iridata di fine agosto a Budapest, in cui rincorrerà l’unico titolo ancora mancante dopo essere stato costretto al forfait nella semifinale mondiale di Eugene lo scorso luglio. Dopo un 2022 a singhiozzo causa infortuni, in cui ha comunque centrato l’oro mondiale sui 60 e quello europeo sui 100, il 28enne poliziotto bi-campione olimpico è pronto a bruciare i tempi e a incontrare lo statunitense Kerley, battuto ai Giochi di Tokyo e poi dominatore ai Mondiali di Eugene con l’azzurro costretto a guardare la finale dalla tribuna. Paolo Camossi, il coach d’oro di Marcell, ci spiega come: «La tentazione di tutti gli sprinter è aumentare l’ampiezza della falcata senza però ridurre le frequenze. Ma si rischia di rompere un equilibrio molto delicato. Basterebbe incrementare di due centimetri ogni appoggio per guadagnare un decimo sui 100 metri. Noi vogliamo provarci, senza forzature, né fughe in avanti». 

Si spieghi meglio, cosa significa in termini cronometrici?

«Il rischio è finire su un binario morto, ma Marcell è cresciuto molto in questi sei anni, in cui abbiamo continuato a curare ogni minimo dettaglio. A Dubai ho notato che è più sicuro di sé rispetto a dodici mesi fa. Nella finale olimpica a Tokyo ha corso in 9”80 (record europeo e più veloce anche di Bolt a Rio 2016; ndr) impiegando 45 passi. Quindi una media di 2,22 metri ad appoggio. Se si riuscisse ad aumentare l’ampiezza della falcata anche solo di 2 centimetri, senza rallentare le frequenze, si guadagnerebbero circa 90 centimetri: vuol dire un decimo, visto che Marcell a Tokyo ha percorso 12,3 metri al secondo con una punta di velocità massima di 43,050 km/h a 30 metri dal traguardo». 

Vuol dire che Marcell vale 9”70 sui 100?

«Non lo dico solo io, ma tutti gli osservatori dopo averlo visto un anno fa a Belgrado bruciare i 60 indoor in 6”41 con 29,1 appoggi e un’ampiezza media di poco superiore ai 2 metri». 
 
Per questo siete andati poi a Nairobi il 7 maggio, per cercare il tempone anche grazie all’altura? Una trasferta rilevatasi poi disgraziata per la brutta infezione intestinale rimediata alla vigilia da Marcell.

«No. Avevamo scelto Nairobi in alternativa a Tokyo, visto che saremmo dovuti poi andare al meeting di Eugene: troppo stress e troppi fusi orari. E poi correre in quota la prima volta non è che dia tutti questi vantaggi. Ne so qualcosa quando andai al Sestriere convinto di fare chissà quali misure nel triplo...». 

Cosa si aspetta dalla prossima estate?

«Se non ci saranno gli intoppi degli infortuni, Marcell farà bingo, su tutti i fronti: lo vedo sereno e motivato più che mai». 
 
Sabato l’esordio in Polonia, sulla pista in cui ha già trionfato un anno fa ma che nel 2021 ha segnato anche l’ultima sconfitta di Marcell a livello indoor, visto che non perde da 17 gare di fila, tra batterie e finali.

«Ripetiamo l’inverno 2022, ma con una uscita in meno: quattro e non cinque gare, se non tieniamo conto della falsa al meeting di Belgrado. Questa è solo la quarta stagione al coperto sui 60: tutto iniziò con il 6”70 di Glasgow del 2020, un anno dopo è arrivato il record italiano e l’oro europeo con 6”47 a Torun. Ora Marcell riparte dal 6”41 del titolo iridato conquistato lo scorso anno per soli 3 millesimi su Coleman. Difficile migliorarsi, ma non impossibile». 
 
Alla TSG-Halle di Lodz, pur perdendo, Marcell sfiorò per la prima volta il record italiano con 6”53 e tre settimane fece tremare con 6”47 il limite europeo di Chambers, sempre in Polonia, a Torun.

«In quell’occasione avemmo la percezione degli enormi margini di miglioramento anche in prospettiva 100 metri. Sabato però non si guarda al cronometro, è la prima uscita dopo un gran lavoro in cui è filato tutto liscio: conta solo un’esecuzione senza sbavature».

Il 15 febbraio si va a Lievin, un altro ritorno, mentre il rivale per eccellenza, lo statunitense Fred Kerley sarà in pista sui 200 a Melbourne, all’aperto: a quando la rivincita tra i due? 

«Marcell e Fred sono molto amici sui social. Per vederli uno accanto all’altro sui 100 bisognerà attendere giugno, quando i velocisti statunitensi verranno in Europa prima di tornare a casa per i Trials iridati». 
 
Vuol dire che si potrebbero scontrare in una delle due tappe Diamond League, al Golden Gala di Firenze del 2 giugno o a Parigi il 9 giugno?

«E tutto nelle mani dei manager. Marcell ha già confermato che sarà a Firenze sui 100». 
 
Il bis continentale a Istanbul sarà una formalità?

«Non direi. C’è fermento in Europa, il turco Ozer ha già fatto 6”58, meglio lo svedese Larsson e il polacco Kopéc (6”56; ndr); il britannico Prescod, che si è allenato con noi qualche giorno a Dubai, ha esordito sabato con 6”60 a Manchester». 


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