ROMA - «Sono amareggiato e preoccupato, evidentemente i nostri successi danno fastidio a qualcuno, in particolare a livello politico. Prendiamo gli Europei che Roma torna ad ospitare tra 13 mesi dopo la felice edizione del 1974: ho il sospetto che le perplessità circa la mia posizione di presidente della Fondazione Roma 2024 siano più legate ad altri interessi, che nulla hanno a che vedere con il mio operato e con quello della federazione». Più che uno sfogo è un vero e proprio allarme quello che Stefano Mei lancia sui ritardi accumulati a poco più di un anno dalla prestigiosa manifestazione continentale. Il tutto pochi giorni dopo l’elezione del presidente Fidal nel Council dell’atletica europea. L’ex campione europeo dei 10.000 a Stoccarda 1986, alla guida dell’atletica italiana dal 31 gennaio 2021, non lo cita direttamente, ma il riferimento è al ministro dello sport, Andrea Abodi. Sarebbe lui ad aver chiesto a Mei alcune settimane fa un passo indietro dai vertici della Fondazione.
L’immagine è quella di un presidente vincente ma sempre più accerchiato. Chi è che ce l’ha con lei e con l’atletica?
«Ho il timore che sia in atto un chiaro attacco della politica alla Fidal. Quanto meno noto disinteresse verso il nostro operato nell’attività di vertice e di base. Diciamo che c’è un problema politico-istituzionale. Per ciò che riguarda la Fondazione, che cura l’organizzazione degli Europei 2024, vedo delle forzature. Devo pensare che non ci si fidi di noi, altrimenti il sospetto è che la Fondazione possa generare altri interessi».
Come la richiesta di poltrone?
«Mi auguro di sbagliare. Di certo i ritardi non sono dipesi da noi: abbiamo dovuto riscrivere lo statuto della Fondazione che era stato blindato dal mio predecessore e solo a settembre siamo riusciti a soddisfare le linee guida concordate con il dipartimento sport del ministero: da 11 milioni di contributi istituzionali siamo però scesi a meno di 9».
Responsabilità della politica con la “P” maiuscola?
«I ritardi sono figli delle scelte fatte e di quelle non fatte anche dai nostri dirigenti in passato. Tutto questo mentre noi continuiamo a sfornare medaglie: sono 29 quelle conquistate a Olimpiadi, Mondiali ed Europei da quando sono alla guida della Fidal. Per questo c’è amarezza e preoccupazione per il futuro».
Ieri si è svolto un acceso cda della Fondazione con i rappresentanti di Governo, Regione, Comune e Sport&Salute. In cui il direttore generale della Fondazione, Paolo Carito, ha rivelato di aver ricevuto dal ministro solo tre giorni fa la richiesta di dimissioni per giungere poi al commissariamento. Gli Europei sono davvero a rischio?
«Non voglio pensare all’ipotesi di annullamento. Vogliono commissariare la Fondazione? Su quali basi? Nonostante tutto l’iter dei lavori all’Olimpico è ben impostato con il rifacimento dei due anelli bassi della Tribuna Tevere per spostare la pedana di lungo e triplo all’esterno della pista. I cluster alberghieri sono ok, così i trasporti».
A giorni verrà scelta la ditta che stenderà la nuova pista all’Olimpico: c’è in atto un duello tra il marchio leader a livello olimpico e mondiale, l’italiana Mondo, e quello svizzero Conica. Roma potrebbe quindi preferire una pista straniera a quella italiana, vanto delle ultime edizioni dei Giochi e che sarà protagonista anche a Parigi 2024 e ai prossimi Mondiali di Budapest?
«E’ stato fatto un bando e so che si è insediata una commissione che deciderà a breve. Inizialmente c’era l’ipotesi di una assegnazione diretta, di più non so».
Ma sembra di capire che le incomprensioni non siano solo circoscritte agli Europei del prossimo anno...
«Ho il timore che alcuni freni imposti alla Fondazione possano ripercuotersi anche sulla gestione federale, come a voler mettere in cattiva luce la nuova governance».
In che senso?
«Sentiamo mancare il supporto istituzionale in senso lato. L’atletica, come nuoto e ginnastica, sono importanti sport di base che vanno sostenuti a tutti i livelli. Il nostro bilancio è in rosso anche perché vinciamo troppo: pesano i circa 900.000 euro di premi distribuiti ai nostri campioni».
In questo quadro ha ancora senso candidare Roma a ospitare i Mondiali 2027, mezzo secolo dopo l’edizione del 1987?
«Abbiamo già inoltrato la pre-candidatura. Roma ospiterà 160.000 appassionati per 12 giorni. Nel governo c’è chi è entusiasta. C’è tempo fino a dicembre per l’assegnazione».
Il 2 giugno si parte con il Golden Gala a Firenze
«Stiamo lavorando per avere tutti i big azzurri, da Jacobs al nuovo arrivato Ceccarelli e i 100 saranno uno spettacolo mondiale».
E a fine agosto i Mondiali a Budapest
«Non faccio previsioni, prima c’è la Coppa Europa dove miriamo a un clamoroso successo di squadra».