Europei, Tortu lancia la sfida: "Roma, l'occasione di una vita"

L'atleta azzurro si prepara per la competizione continentale che si svolgerà nella capitale: "Una città speciale per me"
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Filippo Tortu lancia la sfida invista degli Europei di Roma. L'atleta azzurro, campione olimpico e argento mondiale della staffetta 4x100, si sta preparando per la competizione continentale, in programma nella capitale dal 7 al 12 giugno del 2024. “L'Europeo in casa è l’occasione della vita. Correre davanti al pubblico italiano, che siano i 100 metri, i 200 o la staffetta, sarà una grandissima emozione. Dovrò arrivarci pronto, mi sto allenando molto proprio per cogliere questa opportunità che non deve essere sprecata”. Tortu non vede l'ora di gareggiare a Roma: "È una città che rappresenta tanto per me. Negli anni passati ci andavo molto più spesso per allenarmi con le Fiamme Gialle, frequentare l’università e ne approfittavo per andare a trovare mia nonna, gli zii e i cugini che abitano a Roma. Sono molto legato alla Capitale e adesso ancora di più perché ci raduniamo lì con i compagni della staffetta”.

Tortu, l'obiettivo per gli Europei di Roma

A Monaco, nel 2022, Tortu portò a casa la medaglia di bronzo nei 200 metri. “A Roma voglio fare ancora meglio. Sono consapevole di non essere il favorito nei 200 metri, ci sono atleti che hanno corso molto più veloce di me l’anno scorso, però andrò allo Stadio Olimpico con l’idea di giocarmi le mie carte e tentare di vincere. Questo vale sia per la gara individuale che per quella che affronterò insieme ai compagni della staffetta 4x100, dove invece arriveremo da favoriti. Sarà un po’ diverso ma altrettanto bello”,  dice l’azzurro. “L’ho immaginata mille volte sono un po’ scaramantico e non voglio dire cosa ho pensato, però una parte importante del nostro mestiere deve essere di sognare quello che si intende raggiungere. La cosa di cui sono certo è lo spirito con cui arriveremo all’Olimpico: carichi, agguerriti e determinati per vincere una medaglia che ci manca. La cosa più importante è lo spirito di squadra e la voglia di condividere il percorso prima e dopo la gara: secondo me è questa la grossa differenza che c’è tra noi e il resto del mondo. Siamo otto e non possiamo correre tutti, ognuno di noi deve essere disposto a essere schierato in qualsiasi posizione, dalla prima alla quinta. ”.


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