Cricco, nel segno del padre

Premiato ai FIB Awards come miglior atleta paralimpico dell’anno, il campione di Portogruaro racconta come le bocce per lui siano passione (trasmessa dal papà), sport ma anche strumento di inclusione
Cricco, nel segno del padre
Fabio Faiola
3 min

Massimiliano Cricco è il neo campione italiano individuale sitting paralimpico di bocce. La sua grande passione per questo antico sport, di cui si narra l’origine nel 7000 a.C. in Turchia, è nata sin dall’età di nove anni, quando il padre lo portava a giocare a Torino. «Devo tutto a mio padre - racconta Massimiliano - che mi portava sin da piccolo sui campi da bocce. Era la sua passione quando lavorava a Torino, l’ho ereditata da lui. Poi sono stato costretto ad accantonarla per pensare a me stesso quando la vita mi ha bloccato per via dell’incidente del 2001, ma una volta sistemate le cose l’ho riscoperta facendola diventare una parte molto importante del mio quotidiano».

Cricco premiato come miglior atleta paralimpico della stagione

Oggi, 54enne, nonostante la disabilità causata da un grave incidente stradale e che lo ha privato dell’uso delle gambe, dopo un periodo difficile di lunghe riflessioni, possiamo dire con certezza che ha raddoppiato il suo impegno e ha rinnovato il suo amore per questa disciplina. Per Cricco le bocce, oltre a rappresentare uno sport concreto, sono motivo di aggregazione, inclusione e soprattutto di abbattimento delle barriere che spesso si trovano nella società moderna. Andando nello specifico, il sitting comprende tutte le disabilità fisiche con arti superiori integri, tanto è vero che si gioca negli stessi campi dei normodotati. Ascoltando le parole di Massimiliano, è facile comprendere che per lui oltre ad essere un impegno quotidiano, perchè bisogna allenarsi ogni giorno a un certo livello per ottenere risultati di rilievo - ai recenti campionati paralimpici di Padova ha vinto l’argento nella coppia sitting con il collega Enzo Billiato - questa attività rappresenta un modo per riscoprire la gioia dello stare insieme agli altri e condividere le proprie esperienze di vita. Il campione di Portogruaro, che fa parte della bocciofila Fao Motta di Livenza (Treviso), nata nel 1999, è stato premiato ai FIB Awards come miglior atleta paralimpico della stagione. Stagione che avvalora la tesi di sport aggregante e in continua crescita: si è passati dalle 20 società paralimpiche e i 40 tesserati del 2017, ai 217 club attuali con ben 2005 iscritti. 


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