ROMA - Ha iniziato a pagaiare nel lontano 1974 sulle limpide, si fa per dire, acque del biondo Tevere: da quel momento in poi ne è passata di acqua sotto i ponti della Capitale, ma Giuseppe Canu non ha mai smesso di praticare canoa da velocità a livello agonistico e soprattutto di vincere, in particolare nella categoria Master. Lo scorso 1° settembre ha spento le 60 candeline, ma certo non dimostra 60 anni. Nell'ultimo campionato Master che si è svolto lo scorso weekend sul bacino dell'Idroscalo di Milano, Canu si è infatti riportato a Roma altri tre titoli, conquistati nelle gare delle categoria Master F nel K1 500 metri, K1 1.000 m. e nella distanza lunga dei 5.000 m. sempre in K1. Senza poi contare l'argento preso in K2, sulla distanza corta dei 200 m. in coppia con Claudio Schermi, atleta-dirigente visto che quest’ultimo è allo stesso tempo presidente della Canottieri Eur. ll palmares di Giuseppe Canu ora conta ben 92 titoli italiani e lui punta a raggiungere quota 100. Lo incontriamo appena tornato da Milano sulle sponde del laghetto dell’Eur di Roma dopo il suo quotidiano allenamento (adesso è infatti tesserato per la Canottieri Eur) e ci confida: «Avrei già superato i 100 titoli italiani se la Federazione canoa non avesse imposto da alcuni anni la regola che si può partecipare a non più di tre gare ai campionati nelle varie distanze e categorie Master. Io però non mi fermo certo qui, già da domani sarò di nuovo in acqua in vista della prossima stagione». Giuseppe, negli ultimi anni, oltre alla pagaia ha un’altra passione… «Ho iniziato nel tempo libero a praticare il tango argentino. Dopo la prima lezione sono rimasto affascinato da questo tipico ballo e delle sue tante figure e passi». State sicuri però che a Canu l’emozione di scivolare non sulla pista da ballo, bensì sull’acqua a bordo di un veloce kayak non si dissolverà ancora tanto presto.