Canoa, all'idroscafo di Milano arriva la nazionale ucraina

La Città metropolitana apre le porte dell'Idroscalo ai canoisti ucraini per una sfida a tutta velocità nel bacino del "mare di Milano"
Canoa, all'idroscafo di Milano arriva la nazionale ucraina
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MILANO - L'accoglienza passa anche dallo sport. E così la Città metropolitana di Milano apre le porte dell'Idroscalo ai canoisti ucraini per una sfida a tutta velocità nel bacino del "mare di Milano", dall'importante risvolto sociale. Per la prima volta dall'inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, infatti, i canoisti ucraini torneranno ufficialmente in gara nell'ICF International Race di canoa velocità, in programma dal 29 aprile al 1° maggio proprio all'Idroscalo milanese. Un'occasione di sport, ma anche di accoglienza in una fase storica e sociale complessa che vede una consistente del popolo ucraino in fuga dalla guerra e un'importante risposta d'accoglienza che vede alla regia le istituzioni (tra cui, appunto, la Città metropolitana di Milano) e in prima linea numerose associazioni e realtà del mondo del volontariato.

La FICK si è messa subit in contatto con la federazione ucraina

Fin dai primi giorni dell'invasione da parte della Russia in Ucraina, il Presidente della FICK (Federazione Italiana Canoa Kayak), Luciano Buonfiglio si è immediatamente messo in contatto con il numero uno della Federazione ucraina Igor Slivinskiy, offrendosi di ospitare la Nazionale ucraina in Italia, creando una sorta di ponte solidale all'insegna dello sport e della collaborazione.

Le dichiarazioni della direttrice

 "E' con piacere ed orgoglio che ospitiamo questa lodevole iniziativa, che ha una valenza sportiva, trattandosi di una gara internazionale importante, ma anche solidale e culturale - spiega la direttrice dell'Idroscalo, Maria Cristina Pinoschi - Ci auguriamo che questo evento consolidi la vocazione poliedrica e inclusiva del nostro Parco e vada a rafforzare la grande azione di accoglienza che tutta la Città metropolitana di Milano sta portando avanti con convinzione per fronteggiare l'emergenza umanitaria scatenata dalla guerra. Lo sport, anche nella sua declinazione agonistica, è uno strumento di pace e amicizia tra i popoli".


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