Canoa velocità, i nuovi talenti crescono e promettono bene

Ezio Caldognetto, d.t. del settore giovanile, stila un bilancio di una esaltante stagione
Canoa velocità, i nuovi talenti crescono e promettono bene
di Fabio Donfrancesco
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ROMA - Avevamo incontrato Ezio Caldognetto, direttore tecnico delle nazionali giovanili di canoa velocità, alla vigilia dei Campionati del Mondo di Auronzo di Cadore per le categorie Junior e Under 23 svoltisi ai primi di luglio. Lo rivediamo dopo un mese, sempre al Centro Federale di preparazione olimpica di Castel Gandolfo, all’indomani delle gare che hanno assegnato i titoli italiani per le stesse categorie. Le splendenti acque che si specchiano all’ombra della Villa Pontificia sono increspate dal forte vento di Scirocco che spazza il lago Albano, ma agli occhi del d.t. azzurro luccicano d’argento e soprattutto d’oro… «Il bilancio di questa stagione per il settore giovanile della canoa olimpica è estremamente positivo - sottolinea Caldognetto - non soltanto alla luce dei risultati ottenuti: innanzitutto ai Mondiali giovanili che si sono disputati per la prima volta in Italia (con 15 medaglie conquistate di cui 5 d’oro), poi confermati dalle numerose medaglie ai Campionati Europei di Montemor in Portogallo. Ma anche dall’elevata partecipazione ai Campionati Italiani svoltisi lo scorso weekend qui a Castel Gandolfo (598 iscritti in gara in rappresentanza di 75 società provenienti da tutta Italia). Il livello di preparazione degli atleti e atlete è stato molto alto. Abbiamo avuto delle conferme da parte di giovani già nel giro delle rispettive nazionali di categoria, ma anche alcune sorprese. Il K2 under 23 delle Fiamme Gialle composto da Francesco Lanciotti e Giovanni Penato, ad esempio, si è guadagnato la convocazione per i prossimi Mondiali assoluti di Duisburg in Germania dal 23 al 27 agosto. Il movimento canoistico giovanile italiano può contare su una base molto valida e di grandi prospettive per il futuro». A questo proposito, domandiamo al d.t. federale se esiste ancora l’annoso problema dell’abbandono precoce dei talenti della pagaia quando poi salgono nella categoria Senior. «E’ una questione che interessa tutti gli sport, che non aprono magari direttamente porte nel mondo professionale e lavorativo. Ma secondo gli ultimi dati statistici forniti dalle varie federazioni sportive italiane, la canoa ha un tasso di abbandono di atleti arrivati ai vertici di specialità inferiore ad altre discipline. Diciamo la verità, chi eccelle da ragazzo, all’età di 14-15 anni, non è scontato che poi vinca anche nelle categorie d’età superiori. Ci sono da considerare tante variabili che possono giocare un ruolo decisivo. Dal mio punto di vista, però, conta di più la crescita di tutto il movimento della canoa a livello agonistico, grazie alla Federcanoa e ai suoi dirigenti, e al lavoro svolto con tanta passione dai tecnici societari e dallo staff azzurro».


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