Ciclismo, Ulissi positivo al Giro: salbutamolo, sospeso

«Niente di vietato, solo due spruzzi di Ventolin». Ma i valori sono altissimi, rischia fino a due anni. Intanto la Lampre lo ferma
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ROMA - Si stava allenando poco lontano da casa, a Lugano, mentre Arianna gli preparava la valigia per il raduno azzurro di Malè. E’ stato lì, poco prima di mezzogiorno, che a Diego Ulissi è caduto addosso il mondo. «C’è una comunicazione dell’Uci, dice che sei risultato non negativo all’antidoping dopo una tappa del Giro». Non negativo, ovvero positivo: bastano due parole perché il cielo ti piombi sulla testa. La testa è quella di Diego, uno dei talenti più limpidi dell’ultima generazione, l’uomo delle classiche, con una predisposizione anche a salite piuttosto impegnative. Nelle sue urine, dopo la tappa Collecchio- Savona del 21 maggio, è stata riscontrata una quantità enorme di salbutambolo, un broncodilatatore. Al corridore toscano lo ha comunicato la Lampre, che lo ha sospeso in attesa che si faccia chiarezza sulla faccenda.

ECCESSI - Da Ulissi erano arrivate le prime buone notizie del Giro degli italiani, grazie ai due successi nella quinta e nell’ottava tappa, con arrivo a Viggiano e a Montecopiolo. Poi c’era stato anche il secondo posto nella crono del vino, da Barbaresco a Barolo. La notizia di ieri invece è di quelle terribili, che ci riportano tutti indietro. La presunzione di innocenza non si nega a nessuno, ci mancherebbe. E certo questa storia ha alcuni punti apparentemente inspiegabili dal punto di vista scientifico. Ma adesso bisognerà far luce piena: per il bene di Ulissi e per quello di uno sport che non risce mai a tirarsi fuori dai guai. Anzi, ci si infila dentro con una costanza preoccupante. I risultati comunicati dall’Uci alla Lampre segnalano «la presenza nelle urine dell’atleta di una quantità ingiustificata di salbutamolo». Il limite consentito è di 1000 nanogrammi, 1600 secondo il documento Uci per i corridori, ma Ulissi era a 1900. Il livornese aveva dichiarato al controllo di aver assunto 2 puff di Ventolin prima della tappa e paracetamolo in corsa, dopo la brutta caduta dal Passo delle Cento Croci. Ma un puff di Ventolin contiene circa 100 ng di salbutamolo, mentre la quantità riscontrata nelle urine è pari a circa a 20 spruzzate di farmaco. Siamo molto lontani, evidentemente.

DISPERAZIONE - Sospeso dalla Lampre, Ulissi ha rinunciato al raduno della Nazionale in Trentino e ha chiesto le controanalisi. Non solo: ha deciso di avvalersi della possibilità, che la stessa Uci gli aveva prospettato, di sottoporsi a «uno studio di escrezione urinaria controllato in relazione al salbutamolo». In pratica, andrà un giorno e mezzo a Losanna e si farà somministrare salbutamolo per capire dai risultati delle analisi se il suo organismo ha reazioni anomale a quella sostanza. «Non ho fatto a di vietato», si disperava ieri sera il corridore toscano. E certo questo è un brutto colpo, comunque vada a finire.

LAMENTI - Qualcuno di voi si ricorderà che due giorni prima della tappa incriminata, a Sestola, Ulissi si era lamentato del fatto che a causa dei controlli antidoping aveva dormito poco e male. «Siamo arrivati tardi in albergo, abbiamo cenato tardi, ci siamo alzati da tavola dopo le 23. Alle sei e mezza ci hanno svegliato per i controlli. Sono il primo a condividere la lotta al doping, ma venirci a svegliare all’alba mi sembra vergognoso. Poi mi chiedono come mai non ho vinto la tappa. Indovina. Se non riposi, in corsa te ne accorgi. In certi momenti mi sentivo svenire». Ce lo siamo detti tante volte: i corridori sono trattati come criminali, braccati, inseguiti, come no. Ma forse questo trattamento un po’ se lo sono meritato. Il ciclismo ha un passato troppo brutto, ha perso il diritto di lamentarsi. Non è giusto che le colpe dei padri ricadano sui figli? E allora i figli vedano di essere al di sopra di ogni sospetto.



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