Coronavirus, ciclismo in sicurezza: ecco il decalogo per ripartire

Uscire da soli, evitare strade affollate e utilizzare mascherine: il protocollo sottoscritto dai professionisti italiani per la ripresa degli allenamenti
Coronavirus, ciclismo in sicurezza: ecco il decalogo per ripartire© EPA
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Uscite di allenamento in solitaria, percorsi che non travalicano i confini della Regione, mascherine al seguito e se proprio si è in compagnia di qualcuno evitare lo scambio di borraccia. Sono alcuni dei consigli contenuti nel decalogo dell'associazione corridori ciclisti professionisti, in vista della ripresa degli allenamenti. Il direttivo dell'Accpi è stato ieri allargato a tutti gli atleti della massima categoria interessati a conoscere gli aggiornamenti sull'operato del sindacato. In attesa del nuovo calendario UCI, i professionisti italiani hanno sottoscritto un decalogo per la ripresa degli allenamenti, che invitano tutti gli appassionati a rispettare. Da lunedì 4 maggio in Italia, professionisti e amatori potranno tornare a pedalare all'aria aperta, e "vogliono farlo in assoluta sicurezza per sé e gli altri”.

Ciclismo, ecco il decalogo della sicurezza

Il primo punto consiglia di scegliere l'uscita solitaria ("pedala da solo ed evita strade affollate", oppure "mantieni la distanza minima cosi proteggi tutto il gruppo"); il secondo di restare nei confini della propria Regione. E poi l'indicazione di "igienizzare spesso e non condividere la borraccia", di "utilizzare gli occhiali", di "igienizzare l'attrezzatura" a fine di ogni allenamento, a portare con sé "mascherina, guanti monouso o gel igienizzante". Il decimo punto è un consiglio a tutti: IoVadoInBici, la scelta delle due ruote "come mezzo di trasporto per le attività", non solo quelle sportive o ludiche, ma anche "per lavorare, fare la spesa, e muoversi rispettando il distanziamento sociale". I campioni azzurri, conclude il sindacato, "si augurano che la ripartenza degli allenamenti sia l'emblema della rinascita dell'Italia, nella quale la bicicletta deve prendersi il posto che merita per il bene dell'intera società".


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