"Lance Armstrong è sparito, non gli è piaciuto il documentario. Riprenderlo è stato un incubo"

La regista di "Lance" ha parlato delle complicate riprese: "Una volta si buttò in piscina nuotando come un ossesso, poi uscì e tutto bagnato risalì in macchina, Le sue lacrime mi hanno sorpreso"
"Lance Armstrong è sparito, non gli è piaciuto il documentario. Riprenderlo è stato un incubo"
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"Non credo che a Lance Armstrong sia piaciuta la seconda parte del documentario. Dopo la fine delle riprese non l'ho più sentito". Così la regista di "Lance", Marina Zenovich, ha parlato del documentario sull'ex ciclista texano, andato in onda sul canale Espn. La cineasta americana, già protagonista di altri docu-film biografici, tra i quali quelli su Roman Polanski e Robin Williams ha raccontato al Corriere della Sera i dettagli e i vari passaggi che hanno portato alla realizzazione del lungometraggio in due puntate più discusso del momento.

"Ecco come ho convinto Armstrong a confessarsi"

"La prima parte mi sembra sia piaciuta ad Armstrong, la seconda, quella della caduta, credo di no", ha confessato la Zenovich. "Poco male, vuol dire che ho fatto un buon lavoro. Quando proposti l'idea ad Armstrong, lui non accettò subito ma si prese del tempo prima di darmi l'ok. Lance per girare non ha ricevuto alcun compenso anche se i primi giorni sono stati un incubo. Poi ho messo in pratica un insegnamento che avevo appreso in passato: i campioni dello sport si confessano e si rilassano davanti ad una telecamera solo dopo un'intensa sessione di allenamento. E quello abbiamo fatto, pur tra mille difficoltà", ha proseguito la regista.

"Mi hanno sorpreso le lacrime di Armstrong"

"Armstrong non ha potuto visionare prima le domande che gli sarebbero state poste, e non ha avuto alcun potere di approvazione sul prodotto una volta terminato. La commozione di Armstrong parlando di Ullrich? Mi hanno sorpreso le sue lacrime, si è rivisto nei suoi problemi e credo si sia commosso più per se stesso che non per il rivale. Le sue confessioni? Sono state le sue verità, ovviamente", ha detto la Zenovich che poi si è detta rammaricata dell'assenza del dottor Michele Ferrari: "Non ha voluto partecipare e mi dispiace perché sarebbe stato interessante ascoltare la sua versione. Sono mancati anche i due ex allenatori e direttori sportivi di Lance, Chris Carmichael e Jim Ochowicz, oltre al leggendario campione americano Greg LeMondha che ha preferito non intervenire. Nel film viene dato spazio a due dei principali accusatori di Armstrong, gli ex ciclisti Floyd Landis e Tyler Hamilton, i quali hanno spiegato come funzionava il sistema del doping a quei tempi alla Us Postal". 

La scena della piscina

Infine la Zenovich si è soffermata su una scena piuttosto emblematica della personalità di Armstrong. Lance si tuffa in una piscina all’aperto sotto il diluvio, nuota come un ossesso poi, sempre in costume da bagno, sale in macchina e torna a casa. La regista la spiega così: "E' stata girata al volo. Quella mattina voleva a tutti i costi nuotare, noi l’abbiamo seguito facendogli le domande in automobile e poi a bordo vasca tra una ripetuta e un’altra. Il problema di rivestirsi per tornare a casa non se l’è posto". Anche questo è Armstrong. 


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