Colbrelli si ritira: "Non posso correre con il defibrillatore"

Le norme italiane sono restrittive: il ciclista lascia l'attività dopo il trionfo alla Parigi-Rubaix e il doppio titolo di campione italiano ed europeo
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ROMA - Sonny Colbrelli chiude la propria carriera. Il ciclista, vittima di un arresto cardiorespiratorio lo scorso 21 marzo durante il Giro di Catalogna, ha deciso di lasciare le corse all’età di 32 anni. La notizia arriva dall’annuncio ufficiale pubblicato dalla squadra, la Bahrain Victorious.

Il comunicato

"Dico addio al ciclismo, provo a farlo con il sorriso ricordando tutto quello che mi ha dato - afferma Colbrelli - anche se fa male dopo la stagione che ho ottenuto, la migliore della mia carriera”. Il ciclista nel 2021 aveva vinto la Parigi-Roubaix, oltre al titolo di campione italiano e quello di campione europeo. Sonny Colbrelli aveva perso conoscenza dopo la volata conclusa a Sant Feliu de Guixols, al termine della prima tappa del Giro di Catalogna, nella quale si era classificato secondo. Dopo il massaggio cardiaco sul posto, era stato trasportato all'ospedale universitario di Girona. Gli esami effettuati avevano accertato una aritmia cardiaca, e gli era stato quindi applicato un defibrillatore sottocutaneo.

L’emozione nelle parole del ciclista

"Un anno fa - ha dichiarato il ciclista - ho trascorso le mie giornate a celebrare la vittoria più importante della mia carriera, la Parigi-Roubaix: non avrei mai pensato di ritrovarmi un anno dopo ad affrontare uno dei momenti più difficili che la vita mi ha messo di fronte. Rimuovere il defibrillatore significa rimuovere un salvavita necessario come prevenzione secondaria. Un rischio troppo alto, un rischio che non posso permettermi: per me, per l'opportunità che la vita mi ha dato. Ma è la mia vita di cui voglio essere grato, una vita che ho rischiato di perdere e che mi ha dato una seconda possibilità. Sono uscito dall'Inferno del Nord da vincitore, e l'ho fatto in un modo leggendario, che rimarrà nella storia e che potrò continuare a raccontare ai miei figli. È a loro, alla mia famiglia e a tutte le persone a me più vicine che devo questa mia nuova vita. Da loro traggo la forza per accettare questo momento della mia carriera sportiva che mi vede rinunciare a poter aggiungere al mio palmares una vittoria in un Grande Giro o al Fiandre, il sogno di una vita”.


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