Alice Gravagno porta la Sicilia a Piazza di Siena

Ha 14 anni e arriva col suo pony Sugar Mood. La giovane amazzone ha la danza nelle vene ed è innamorata dei suoi cavalli. Il suo idolo è l'istruttore che l'ha portata a questi livelli. Il porto sicuro è la numerosa famiglia che la segue. Da grande vuole entrare nei Carabinieri, a cavallo naturalmente. E la qualificazione per Roma "è la cosa più grossa che mi sia successa. Vincere sarà difficile, ma ci voglio provare". Il covid non ha frenato i suoi sogni, ma ha sofferto la mancanza di Sugar.
Alice Gravagno porta la Sicilia a Piazza di Siena
9 min

di Valeria Ancione

I sogni di Alice hanno piedi nudi che toccano terra, per non perdere l'orientamento, e polmoni pieni di aria, per non trovarsi in debito ma essere sempre in credito di ossigeno e spingersi oltre l'ostacolo. Alice è un risucchio di fiato con cui carica un “allora”, l'incipit di risposte senza esitazione. “Allora” non è una presa di tempo per cercare la parola e il pensiero giusti. “Allora, te lo spiego bene”,  piuttosto sembra intendere. E Alice si spiega benissimo. Perché sa spiegare se stessa, perché è chiara a se stessa. 

Ha quattordici anni, è trasparente come un velo bianco, non è diffidente perché ha imparato a infischiarsene della malignità altrui, è spontanea come un fiore che scava la roccia e, come governa un cavallo, mette in riga tutti. Fratelli e sorelle, tanto per cominciare: il primo di tutti Marco, molto più grande con cui comunque ancora litiga; poi Chiara, dieci anni più di lei, a cui è molto legata, forse perché, al contrario di quello che succede normalmente, è lei, la piccola, che affascina la grande. Poi c’è Giorgia, di 21 anni e infine Jacopo di 12, con cui condivide la stanza. Insomma, terza femmina, quarta di cinque figli, il risultato è che Alice sa districarsi e usare il frustino come una bacchetta d'orchestra. Quando si libera una stanza per qualche partenza, lei molla Jacopo e sta per fatti suoi. «Lo dico sempre ai miei che serve una casa più grande...».

La sua stanza tutta per sé l’ha trovata sulla groppa di un cavallo, su cui si stende e che abbraccia diventando un tutt’uno. Lì ha trovato il suo paese delle meraviglie, la sua dimensione. Un ragazzo non ce l’ha e non lo vuole, il suo cuore è impegnato dall’amore per i suoi cavalli. Questo è prima di ogni cosa il suo sport: amore.

All’equitazione ci è finita “a forza”, dopo aver praticato il nuoto, la ginnastica ritmica e il karate. La danza le sarebbe piaciuta, ma nemmeno ci ha provato, perché “non ho il fisico”. Però balla. Ogni volta che mette su la musica balla. Ogni volta che la scuola non la impegna a recuperare qualche interrogazione, balla. Ogni volta che è senza i cavalli e si annoia, balla. Ogni volta che l’esubero di energia come magma chiede di venire fuori: “Ballo e mi sfogo”. Alice Gravagno ha quattordici anni e sarà l’unica rappresentante siciliana, su pony siciliano nella categoria Future 120/125 al Piazza di Siena: il posto più pazzesco dove cavalcare i sogni al di là degli ostacoli.

Alice, chi ti ha spinto all’equitazione?

“Allora... all’inizio mia madre, ed è stata una forzatura, non mi interessava. Poi ho seguito una mia amica, solo che lei ha smesso, io no. Non pensavo di andare così avanti”.

Non hai mai avuto paura di avvicinarti a un cavallo?

“No, mai. All’inizio c’è chi si spaventa, io no”.

Hai il tuo cavallo?

"Ne ho due. Un pony, Sugar Mood e una cavalla, Invito".

Che nome è Invito?

"Ah non so, è olandese, il nome ce l'aveva".

E tu che nome daresti a un cavallo?

"Non ci ho mai pensato. Però darei un nome che rappresenti il suo carattere come è successo, anche se casualmente, con Sugar Mood".

Che rapporto hai con loro?

“Stretto stretto con Sugar, è con me da due anni, il legame è molto forte. Siamo cresciuti assieme praticamente, dal punto di vista agonistico. Sarà difficile abbandonarlo. Però mi sto affezionando anche a Invito”.

Cosa ti piace del tuo sport?

“La competitività, amo gareggiare, ma anche stare al maneggio col mio cavallo, incontrare persone con cui parlare delle stesse cose e condividere la stessa passione”.

Cosa viene prima lo sport o il cavallo?

“La mia prima passione è il cavallo, che è parte di me, poi viene l’equitazione”.

Quanto ti alleni?

“Tutti i giorni per due ore, tranne il lunedì perché il cavallo deve riposare. E’ faticoso, ma bello. Amo saltare, ma mi tocca fare anche trotto e galoppo e un po’ mi annoio”.

La tua numerosa famiglia ti segue?

«Sì. Le mie sorelle hanno anche iniziato a montare. A Chiara do qualche consiglio. Dopo le gare mi confronto con i miei genitori, chiedo dove ho sbagliato. Da quando c’è Sugar, che ci ha dato tante soddisfazioni, papà si è molto appassionato, mi sprona ad andare avanti, la mamma ora un po’ meno, perché salto 125, mentre prima era un metro, e con questa altezza si spaventa, le viene l’ansia”.

E’ uno sport pericoloso?

«Un po’... Più volte mi sono fatta male. In una caduta nel 2019 ho avuto un trauma cranico. Ma io non ho paura. Risalgo a cavallo subito, come se niente fosse. Se cado so che l’errore è mio, come si dice il cavallo non sbaglia mai”.

Cosa si prova in gara?

«Guardo l’ostacolo con terrore e mi viene l’ansia. Ma solo al primo e all’ultimo».

Con la scuola come fai?

«Per gare e allenamenti sono giustificata, non possono interrogarmi, ma poi devo trovare i giorni per recuperare. La dad mi ha aiutato molto, mentre ero in viaggio potevo ascoltare la lezione. Non mi sento una privilegiata, anche perché non sono da sola, altri due miei compagni fanno agonistica. All’inizio mi dicevano che l’equitazione non è uno sport... Ora l’hanno capito e anche il legame con i miei compagni è cambiato».

Quali materie preferisci?

«Frequento lo scientifico, ma non amo matematica e fisica, sono incompatibili con la mia attività, richiedono troppo impegno. Preferisco l’italiano e le scienze, perché mi viene più facile studiarle».

Cosa vuoi fare da grande?

«Ci ho riflettuto molto: vorrei continuare, ma so che non è facile. Mi piacerebbe entrare nell’arma dei Carabinieri per laurearmi e proseguire con l’equitazione e poi magari diventare una carabiniera a cavallo».

Una vita intera da amazzone?

“Per ora sì, è quello che voglio, ma posso anche cambiare idea”.

Hai qualche altra passione, un hobby?

“Ho studiato pianoforte per sette anni, ma l’anno scorso ho lasciato per l’equitazione, ogni tanto mi metto a suonare”.

Quindi hai dovuto rinunciare a qualcosa, anche alle amicizie?

«Ho perso qualche amica sì, qualcuna che chiedeva di uscire a cui dovevo spesso dire di no, per una gara o per gli allenamenti. Ma contano quelle che sono rimaste”.

E cosa fai quando sei libera dagli impegni di sport e scuola?

“Esco con le amiche, guardo la tv. Sto sui social, soprattutto Instagram e Tik Tok”.

Chi è il tuo idolo?

“Il mio istruttore, Filippo Infantino, è lui che mi ha portato a questo livello”.

Cosa serve per raggiungere il sogno?

“La determinazione e non pensare mai di non essere all’altezza. E bisogna essere pronti e forti ad affrontare i pregiudizi».

A cosa ti riferisci?

“Qualche critica avuta alle spalle, mai detta in faccia. Dicevano che non sapessi montare, che il merito dei successi fosse tutto del mio pony. Prima ci rimanevo male, ora non mi importa più. I miei genitori mi hanno aiutato molto, così come le mie amiche e ovviamente il mio istruttore che crede molto in me”.

Cosa rappresenta Piazza di Siena?

«Quando abbiamo capito che Sugar aveva grandi potenzialità ci siamo detti andiamo avanti, non è ancora tempo di venderlo. Abbiamo provato a saltare più alto e ce la faceva. Mi sono qualificata per Siena senza grandi aspettative, non ci credevo. Andarci con Sugar è bellissimo. Lui è siciliano, di Siracusa, e siamo cresciuti assieme, è una grande soddisfazione. Gli avversari sono forti, però ci provo. Andare lì è la cosa più grossa che mi potesse capitare, a queste altezze poi... Il problema è che se ti abitui a vincere non è facile accettare la sconfitta, ma ora è diverso, so che è più difficile”.

Il covid ha frenato i tuoi sogni?

“E’ stato un momento di pausa troppo lungo. Ho sofferto a non poter andare a vedere il mio cavallo, brutto davvero... Lui aveva bisogno di camminare e io non potevo stare con lui. Insomma, non sono abituata a stare senza andare a cavallo, se non monto mi annoio. E sì Sugar mi è mancato più degli amici».


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