Ginnastica, la ct azzurra Maccarani rischia la radiazione

Ma si parla anche dell’ipotesi che rimanga in Nazionale solo come allenatrice delle Farfalle
Ginnastica, la ct azzurra Maccarani rischia la radiazione© ANSA
Giorgio Marota
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Emanuela Maccarani rischia di essere radiata dalla disciplina che, più di chiunque altra, ha contribuito a far crescere: la ginnastica. Le accuse nei suoi confronti sono gravissime e toccherà al tribunale federale (primo grado) giudicare i suoi comportamenti e quelli dell’assistente Olga Tishina: entrambe hanno ricevuto ieri l’avviso di intenzione di deferimento dalla procura federale per i maltrattamenti e i presunti abusi nei confronti delle ex azzurre della ritmica. In caso di colpevolezza la pena va dall’ammonizione all’ammenda, passando alla sospensione di 15 giorni fino alla radiazione. La direttrice tecnica, tra le più vincenti della storia e membro di Giunta Coni, è stata anche indagata dalla Procura di Monza per gli stessi fatti, alla luce dei quali appare molto probabile il “benservito” da parte del presidente Tecchi nel consiglio FGI del 12 gennaio, nonostante sia ancora in ballo una sorta di “via di mezzo”. E cioè Maccarani ancora nello staff ma solo come allenatrice delle Farfalle (visti gli appuntamenti decisivi di questo 2023) e non più come d.t. (ha avuto fin qui il doppio incarico). Il suo contratto è comunque scaduto il 31 dicembre e andrebbe rinnovato.  

Ritmica shock, indagata la ct azzurra Maccarani

Accuse

La 56enne dovrà difendersi da chi la accusa di aver adottato comportamenti vessatori, almeno fino al 2020, «esercitando in maniera impropria la gestione del peso anche di modesta entità, ponendo in essere pressioni psicologiche, commentando con frasi offensive del tipo “sembri un maialino”, “la pancia ti cresce”, “come fai a guardarti allo specchio?” e simili», come si legge nell’atto firmato da Rossetti e dai colleghi della procura FGI, condiviso dal sostituto della procura generale Coni, Rossi. In questo modo, le due avrebbero provocato in alcune ginnaste «l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici». Contestata la violazione dell’art.2 del regolamento di Giustizia e Disciplina, in relazione all’art.7 del Codice Etico FGI («tutte le attività devono essere svolte con impegno professionale, rigore morale e correttezza gestionale [...], evitando atti e comportamenti caratterizzati da animosità o conflittualità») e all’art.2 del Codice di Comportamento Sportivo Coni («principio di lealtà e correttezza»). La bomba era scoppiata a fine ottobre, dopo le denunce delle ex farfalle Corradini e Basta, che hanno fatto i nomi delle allenatrici anche alla Procura di Monza, facendo scattare l’iscrizione al registro degli indagati. Le due rischiano di affrontare anche un processo ordinario. Intanto, un protocollo d’intesa per lo scambio di informazioni sui casi «di violenza commessi da tesserati nell’ambito sportivo», sarà firmato l’11 gennaio dal procuratore di Milano, Viola, dal presidente del Coni, Malagò, e dal procuratore generale dello Sport, Taucer. 


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