Gran premio? No, piccolo

Alla fine otto partenti per il Duomo di domenica a Firenze: appena tre cavalli degni di un gruppo 1, tra gli altri anche qualche palese riempitivo per garantire il numero minimo previsto dal regolamento
Gran premio? No, piccolo
di Mario Viggiani
3 min

Domenica scorsa: 1 Vincent Sm, 2 Arazi Boko, 3 Uragano Trebì, 4 Bel Avis, 5 Ua Huka, 6 Vanesia Ek, 7 Sonia, 8 Pantera del Pino, 9 Universo d’Amore, 10 Pocahontas Diamant, 11 Trillo Park, 12 Tatanka Op, 13 Poseidon Bar, 14 Varietà Luis, 15 Ula Risaia Trgf.

Lunedì: 1 Vincent Sm, 2 Arazi Boko, 3 Uragano Trebì, 4 Bel Avis, 5 Pantera del Pino, 6 Universo d’Amore, 7 Trillo Park, 8 Tatanka Op.

Ieri: 1 Arazi Boko (A. Gocciadoro), 2 Pantera del Pino (René Legati), 3 Tatanka Op (R. Pezzatini).

Oggi: 1 Arazi Boko (A. Gocciadoro), 2 Ua Huka (M. Matteini), 3 Pantera del Pino (René Legati), 4 Pocahontas Diamant (F. Esposito), 5 Trillo Park (X), 6 Tatanka Op (R. Pezzatini), 7 Poseidon Bar (A. Baveresi), 8 Ula Risaia Trgf (A. Greppi). Rapporto di scuderia: 2-3.

Domenica prossima: ah, saperlo...

Il GP Duomo (gruppo 1, 110.000 €, m. 1600), una classica di antica tradizione, arrivata all’edizione numero 73, non meritava davvero una gestazione così farsesca, al termine della quale, diciamolo chiaramente, si ritroveranno insieme appena tre primaserie del circuito nostrano (Arazi Boko, Ua Huka e Pantera del Pino, con il solo Arazi già vincitore in gruppo 1 e le due femmine invece al massimo piazzate), un paio di soggetti al più da gruppo 3 ma nulla di meglio (Pocahontas Diamant e Trillo Park) e tre routinier che sembrano solo riempitivi (Tatanka Op, Poseidon Bar e Ula Risaia Trgf, confinati peraltro ai numeri esterni della prima fila o in seconda, uno dei quali, Poseidon Bar, appartenente alla famiglia di riferimento nella gestione del Visarno), a garantire il numero minimo di sei partenti necessario per la validità regolamentare della corsa. Nella speranza che gli otto partenti di cui oggi restino tali fino a domenica, senza defezioni che sarebbero a quel punto davvero sgradevoli.

Il fondo della pista fiorentina è stata malamente sistemato dopo i sei-mesi-sei di inattività tra primavera ed estate: tanti, troppi mesi, specie in un impianto funzionante solo per le corse e non per l’allenamento. È stato subito criticato quando le corse sono ripartite, a inizio ottobre. È degenerato irrimediabilmente con la tanta pioggia autunnale. Certo, la tanta sabbia preserverà pure la salute dei cavalli, ma la regolarità delle corse non è certo garantita da un fondo che prima metteva in difficoltà chi andava davanti e adesso chi è chiamato a recuperare dalle posizioni di coda. Tutto questo lasciando da parte i riferimenti cronometrici spesso imbarazzanti, a livello di qualche decennio addietro, sottolineando peraltro come si trottasse più veloce alla ripresa dell’attività che ancora lunedì scorso.


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