Addio all'inventore di Tony Bin

A 93 anni è morto Luigi Camici, che nel 1988 conquistò l'Arc de Triomphe con il campione di Gaucci. Una carriera iniziata con i successi classici da allenatore... ombra della Scuderia Mantova, fino al Derby con Groom Tesse nel 2004
Addio all'inventore di Tony Bin© VIGGIANI
di Mario Viggiani
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Con Luigi Camici l’ippica italiana perde uno dei suoi ultimi giganti, esponente di un mondo che ormai non c’è più. È morto giovedì sera a Cisterna di Latina a 93 anni, la maggior parte dei quali vissuti tra i cavalli, rappresentante di una famiglia storica per il nostro galoppo: Enrico, suo cugino, è stato il fantino di Ribot. Un signore di altri tempi, il “sor Luigi”, come era chiamato da... sempre: inconfondibile la sua figura con la “scoppoletta” in testa e il binocolo a tracolla, quando c’era da seguire i “lavori” mattutini sulle piste di allenamento a Ciampino o in tribuna a Capannelle, o magari pedalando su quella bicicletta che aveva la sua età. Un uomo dalla curiosità sempre brillante nonostante gli anni che passavano inesorabili. Un maestro nel plasmare i cavalli e anche i fantini, cresciuti alla sua scuola. Poche parole anche per loro, ma quelle che bastavano.

Toscano di nascita (era nato a Livorno il 6 novembre 1926), milanese di adozione e infine romano dal 1976, quando mise insieme scuderia e casa all’ippodromo Capannelle, da allenatore il capolavoro di Camici è stato l’indimenticabile Arc de Triomphe vinto nel 1988 con Tony Bin, per l’Allevamento White Star di Luciano Gaucci, dopo essere andato vicinissimo all'impresa l'anno prima quando il giallorosso si piazzò secondo dietro Trempolino.

Dopo una breve ma oscura carriera da allievo fantino con risultati deludenti, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, Luigi si dedicò all’allenamento sulle tracce del padre Ferruccio, che era “caporale” per la Scuderia Mantova di Gino Mantovani. Iniziò in proprio a Livorno, con un gruppo di cavalli della Mantova, e da lì decollò una carriera ricca di tante vittorie importanti (tre Derby per la giubba verde con tracolla gialla, con Leon de San Marco, Barba Toni e Rio Marin, e altre classiche in bacheca), anche se sempre e solo da allenatore ombra di Mantovani. Per fedeltà al suo proprietario, rifiutò anche diverse proposte da parte delle altre principali scuderie dell’epoca, per tutte la Razza Dormello Olgiata. Ripartito da zero a Roma dopo la dissoluzione della Mantova, con qualche cavallo di sua proprietà (con giubba gialla e tracolla verde: quella della Mantova al contrario!) e altri affidatigli da Luigi De Angelis, a quasi 62 anni ci fu per lui la consacrazione parigina con Tony Bin, quando nel lavoro era già affiancato dal figlio Fabrizio. E infine, passando per altri successi classici (due nel Parioli con Crisos Il Monaco e Rattle and Hum, due Regina Elena con Beauty To Petriolo e Sopran Londa, uno nelle Oaks con Germignaga), arrivò anche il primo Derby a suo nome, quello del 2004 con Groom Tesse.

Un’altra parentesi importante è stato il periodo trascorso a Cisterna con i cavalli della Scuderia Ri.Ma., in uno dei primi centri di allenamento privati del galoppo tricolore. Con il tempo s’era fatto da parte (l'ultima vittoria ufficiale risale al 13 novembre 2016 con Resegone), seguendo però sempre da vicino il lavoro di Fabrizio, con l’interesse e la curiosità di sempre.

I funerali di Luigi Camici si terranno domani (sabato) alle ore 14 alla Parrocchia Santa Barbara alle Capannelle, Via Settingiano 5


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