Corse, rischio "zona rossa”

Attività a porte chiuse in tutta Italia e "fermo” delle agenzie, ora anche ippodromi e centri di allenamento all'interno delle zone più colpite dal Coronavirus. Al Nord situazione sempre più critica e pericoli per gli operatori del settore che si spostano dalle altre regioni. Ieri stop a Milano e mercoledì a Varese, Bologna rinuncia al convegno di giovedì: difficile garantire uno spettacolo adeguato, interverrà il Mipaaf?
Corse, rischio "zona rossa”© SNAITECH/DENA
di Mario Viggiani
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L’ippica sembrava ripartita, nel Nord Italia, dopo lo stop da Coronavirus, ma adesso rischia di fermarsi ancora, dopo il nuovo DPCM pubblicato ieri. Già nella serata di sabato erano state annullate e rinviate le corse di trotto previste per ieri a Milano (dove domenica 15 dovrebbe iniziare il galoppo), ieri stessa sorte per quelle di galoppo di mercoledì a Varese. E Bologna ha comunicato di non accettare i partenti per il convegno di trotto in programma giovedì prossimo, anche questo da rinviarsi quindi a data da destinarsi. «Si resta in attesa di indicazioni sul merito da parte dell’Amministrazione», così si conclude la nota diffusa ieri da HippoGroup Cesenate spa, la società che gestisce l’ippodromo dell’Arcoveggio.

Tra le restrizioni indicate per contenere l’ulteriore diffusione del Covid-19 nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia, l’articolo 1 del DPCM dispone:

a) evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonché all'interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

d) sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni... all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all'aperto senza la presenza di pubblico. In tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano.

L’Amministrazione del comparto ippico significa Mipaaf. Ieri i responsabili di alcuni ippodromi hanno avuto un confronto telefonico e poi hanno contattato Giovanni Di Genova, dirigente di riferimento per il settore, sollecitando un intervento dello stesso Mipaaf ma anche un incontro per discutere della situazione. All’interno delle nuove “zone rosse” si trovano gli ippodromi di Milano (nella foto il trotter della Maura), Varese, Padova e Treviso, oltre che numerose strutture private per l’allenamento dei cavalli da corsa. Questi possono davvero andare avanti e indietro senza problemi, insieme agli uomini che ne occupano? Ma soprattutto allenatori, fantini. driver e artieri saranno disposti a spostarsi dalle proprie località per disputare le corse negli ippodromi delle “zone rosse” mettendo a rischio la propria salute? In tal caso, senza i cavalli provenienti da altre regioni, quegli ippodromi saranno in grado di allestire corse degne di interesse, per qualità e numero di partecipanti?

Ah, saperlo... Di sicuro preme sapere quali saranno in merito posizione ed eventuali decisioni del Mipaaf, in questo scenario che nel frattempo, sempre per le disposizioni nell’ambito della lotta al Coronavirus, dopo le corse a porte chiuse in tutta Italia contempla adesso anche il “fermo” delle agenzie di scommesse, con la possibilità di puntare sui cavalli soltanto on line sul web.


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