Corse sempre più in affanno

Si va avanti a porte chiuse e senza scommesse. E oggi ad Albenga ritirato il 25,8% dei cavalli dichiarati partenti. Gli ippodromi hanno sollecitato invano un intervento del Mipaaf, il Siag preme per un'attività "regionale”, in Campania sollecitano anche il pagamento dei premi arretrati: «Altrimenti mandate l'Esercito per affidargli i nostri cavalli»
Corse sempre più in affanno© IP/GIORGIO
di Mario Viggiani
3 min

Domenica niente trotto a Milano e Padova, mercoledì stop a Varese per il galoppo, giovedì a Bologna per il trotto, e poi chissà. Oggi 16 cavalli ritirati su 62 (25,8%) ad Albenga, 10 su 66 (15,1%) a Follonica, 5 su 85 (5,9%) a Taranto, e domani si temono molte defezioni per Firenze. Gli ippodromi hanno sollecitato il Mipaaf a intervenire ulteriormente sulla situazione condizionata dal Coronavirus, dopo l'allargamento della "zona rossa” nel Nord Italia, e invece il ministero, dopo quanto diffuso ormai il 3 marzo, anche oggi non ha dato ulteriori disposizioni in materia, pubblicando invece un bando per assegnare “servizi di comunicazione e promozione degli eventi”. Eventi che però da qui a breve di questo passo rischiano di non esserci (domenica ci sarebbe la “prima” stagionale del galoppo a Milano), dopo che già Padova, per esempio, domenica scorsa ha ottenuto il rinvio di due gran premi. Al massimo, in serata il Mipaaf ha emanato una nuova circolare, la n. 16997, nella quale ribadisce quali siano le figure professionali autorizzate a spostarsi e partecipare ai convegni di corse a porte chiuse e indica quale documentazione va prodotta e messa a disposizione per gli spostamenti e per l'ammissione agli ippodromi in occasione delle corse.

Nel frattempo (il Coni per esempio ha chiesto oggi la sospensione di ogni evento sportivo, che diventerà operativa solo con un nuovo DPCM) l’attività delle corse va avanti a porte chiuse. E sono altrettanto chiuse anche le agenzie di scommesse, con perdita totale quindi di introiti per lo Stato e per la stessa ippica. Alcune categorie del settore, in particolare Siag, Ciga e Upt Campania, chiedono che si possa andare avanti almeno con attività regionale, riservando le corse ai cavalli locali, senza addetti ai lavori che vadano in giro per l’Italia. Non ci sarebbero né pubblico né scommesse, ma almeno la filiera lavorativa, già allo stremo per le difficoltà dell’intero settore, non si fermerebbe.

Il Siag spinge sulle giornate di corse regionali, argomento già sollecitato il 5 marzo: «Questo per far sì che il sistema ippico lavorativo non si fermi rischiando di sprofondare in una crisi senza via d’uscita. Così facendo, prenderemmo tempo isolando le persone nelle proprie regioni ma senza fermare l’attività che dà lavoro a molta gente».

Il Ciga e l’Upt Campania (nella foto Agnano) spiega che «le categorie locali non sarebbero in grado di sopportare il peso della sospensione dell’attività. In assenza di di continuità di erogazioni frutto della vincita dei premi a traguardo, non sarebbero in grado di provvedere al sostentamento dei cavalli, che abbisognano tra l’altro di cure e allenamenti quotidiani. Si chiede quindi il proseguimento dell’attività a porte chiuse nel rispetto del DPCM 8 marzo 2020, in extrema ratio anche con il limite degli spostamenti imposti dalle ordinanze regionali. In caso contrario, si chiede l’intervento dell’Esercito per la presa in consegna degli animali e il loro sostentamento».


© RIPRODUZIONE RISERVATA