Al lavoro per corse sicure a porte chiuse

Ieri la "conference call” con il sottosegretario L'Abbate e i dirigenti del Mipaaf, con il punto e l'ennesima promessa sui pagamenti, l'attesa per la decisione del governo sulla "fase 2”, l'ipotesi di ripartire a metà maggio senza pubblico, le idee per ridefinire il calendario. Intanto urge consentire ai cavalli in allenamento di circolare liberamente all'estero
Al lavoro per corse sicure a porte chiuse© MIPAAF
di Mario Viggiani
3 min

Cinque da una parte, cinque dall’altra: così ieri nella “conference call” tra i rappresentanti del Mipaaf e quelli ippici, con il sottosegretario Giuseppe L’Abbate e alcuni dirigenti del ministero a dialogare con Antonio Somma, Valter Ferrero, Massimo Parri, Giorgio Sandi e Guglielmo Micciché. Per un’oretta s’è parlato dell’ordinario (la nota dolorosa dei pagamenti sempre in forte arretrato) e dello straordinario (quanto già in atto ma soprattutto quanto da attuare per una ripresa delle corse, ferme dal 10 marzo).

In merito ai pagamenti, argomento annoso che pesa di brutto sul groppone di tutti gli operatori ippici, il Mipaaf ha fatto sapere che le spettanze con Iva al 4% mediamente sono state saldate fino a dicembre (in realtà c'è qualcuno che ha incassato settembre ma magari avanza ancora luglio...) e invece quelle con partita Iva fino a settembre, con ottobre e novembre in lavorazione e quindi in saldo a breve. C’è la promessa di accelerare lo smaltimento delle giacenze sfruttando almeno in tal senso lo stop forzato dell’attività da due mesi a questa parte, ma è l’ennesima, di promessa...

Relativamente invece allo stop da Coronavirus, bisognerà attendere le decisioni di Governo e Protezione Civile della prossima settimana per la “fase 2”. Il Mipaaf ha dato disponibilità a spingere per la ripresa delle corse a porte chiuse già dall’1 maggio, data però onestamente poco verosimile: più plausibile quella del weekend 16-17 maggio, sempre che questo sia possibile. In tal senso, le categorie ippiche dovranno definire col ministero la pianificazione di recupero delle corse e del montepremi persi per ora nell'ultimo mese (magari con un numero maggiore di corse in ogni giornata nei vari ippodromi e una serie di convegni ravvicinati specie in impianti di regioni o zone ad alta densità ippica), operazione che sarà tanto più complicata quanto più lontana sarà la ripartenza ippica.

Come forma di sostegno al settore, è stato chiesto anche di estendere la tassazione al 4% a tutte le forme di pagamento da parte del ministero per il resto del 2020: il Mipaaf ha chiesto una proposta dettagliata, ma soprattutto dovrà vagliare la fattibilità della soluzione e la relativa copertura finanziaria. Con questo progetto, verrà inviato anche quello per le “corse sicure” a porte chiuse, con le modalità indispensabili per la tutela della salute di ogni categoria coinvolta. Va sempre ricordato come nel frattempo ci siano ippodromi o centri di allenamento dove continua regolarmente il training dei cavalli, che sono ben più numerosi di quelli spesso partenti nelle corse: con una partecipazione ristretta ed essenziale di addetti ai lavori e di personale necessario a garantire l'attività corsaiola, ma soprattutto una modalità di indispensabile sicurezza per tutti loro, si potrà ripartire nello stesso modo in cui invece Svezia, Giappone, Australia e parte degli Stati Uniti sono andati avanti senza mai fermarsi.

In attesa di fatti nuovi e della "fase 2”, intanto però l’Italia resta l’unica nazione europea dove possono spostarsi all’estero solo stalloni e fattrici ma non i cavalli in allenamento. Come sempre, in questi casi, una banale considerazione: difficile che abbia torto il resto del mondo. E peraltro qualcuno, preso atto del divieto, ha già trovato il modo per aggirarlo...


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