Il comparto che non c'è

L'ippica non compare come attività nei DPCM relativi alle misure anti Covid-19: fa parte della filiera che fa capo al Mipaaf oppure è sport? Interrogazione parlamentare e proteste delle categorie sulla mancata ripresa delle corse, nonostante ippodromi e centri di allenamento non si siano mai fermati nel periodo
Il comparto che non c'è
di Mario Viggiani
3 min

Situazione sempre più incerta per il futuro immediato dell’ippica in Italia. Ieri peraltro il sito Gioconews ha riportato alcune dichiarazioni del sottosegretario del Mipaaf con delega all’ippica, on. Giuseppe L’Abbate, che hanno suscitato ulteriori preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e soprattutto le varie categorie del settore. Non tanto quella, scontatissima, riferita alla sospirata ripartenza («La data del 4 maggio è fuori questione»: d’altronde, solo inguaribili ottimisti e visionari continuavano a parlarne...), quanto piuttosto sul ruolo dell’ippica: in precedenza aveva detto che andava intesa "non come sport ma come filiera produttiva agricola", ieri invece che “la filiera agricola si ferma all'allevamento, le corse invece sono spettacolo/evento”. Insomma, come sempre non si capisce l’ippica cosa sia e dove vada collocata... D’altronde nei DPCM non è mai nominata: anche nell’ultimo si legge di “sospesi eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati” (art. 1, lett. G) e subito dopo (lett. I) di “sospese le manifestazioni organizzate, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura con la presenza di pubblico”.

Nel frattempo l’on. Alessandro Battilocchio, di famiglia... ippica, ha presentato un’interrogazione parlamentare sull’argomento nella quale chiede alla ministro Teresa Bellanova, titolare del dicastero di riferimento, «quale linea di indirizzo intenda seguire per ovviare alle difficoltà del settore, duramente colpito dalle misure restrittive in vigore dal 9 marzo 2020, comparto con migliaia di posti di lavoro che senza alcun incasso non riesce a sostenere i costi di mantenimento dei cavalli e delle strutture funzionali» e «se non ritenga opportuno permettere la ripresa delle corse, nel pieno rispetto delle normative in vigore, aumentando il numero di corse per giornate ed il relativo montepremi associato alle singole corse, così che l’intero ammontare previsto per l’anno possa essere distribuito».

PROTESTA - Da registrare anche un comunicato del Gruppo Ippodromi Associati, che raccoglie quattordici gestori di diciassette impianti, quattro dei quali polivalenti, i quali stigmatizzano la mancata ripresa dell’attività ippica agonistica, nonostante la piena operatività dei centri di allenamento, e il conseguente azzeramento di tutti i ricavi derivanti dalle corse, sottolineando come la situazione sia ancor più onerosa per un settore che da tempo soffre di una grave crisi, a fronte invece della ripartenza già avvenuta in altri Paesi europei. Una lettera è stata nuovamente inviata al ministro da parte di Associazione Nazionale Galoppo e Comitato Crisi Ippica Covid-19.


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