Almeno De Luca ci prova

La nuova ordinanza del presidente della Regione Campania, in merito alle riaperture previste da oggi, include anche l'ippica tra le attività sportive senza pubblico. Però con una premessa: "fatte salve le vigenti disposizioni statali”, per le quali le corse sono ancora sospese...
Almeno De Luca ci prova© I.P.
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Se l'ippica non esiste nei DPCM del premier Giuseppe Conte, da ieri compare almeno nella nuova ordinanza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: la n. 48, che disciplina le riaperture previste dalla giornata di oggi, lunedì 18 maggio. Con una decisione che apparentemente sembrerebbe dare una spallata al perdurante blocco delle corse negli ippodromi, i quali invece dal 10 marzo non hanno mai interrotto l'attività quotidiana come centri di allenamento di purosangue e trottatori, e che invece sembra... annullarsi da sola. Infatti al punto 5.1, relativo all'argomento "Disposizioni in tema di attività motoria e sportiva", si legge che "sono consentite le attività sportive, anche agonistiche, purchè in assenza di pubblico, svolte in strutture autorizzate all'aperto su ampi spazi (golf, motociclismo, equitazione, ippica), nel rispetto delle misure precauzionali predisposte dalle federazioni, associazioni, circoli o strutture e validate dall'Unità di Crisi regionale». Peccato però che questo passaggio sia preceduto da una premessa non da poco: ovvero "Fatte salve le vigenti disposizioni statali, nelle more della definizione delle Linee Guida previste dal DPCM 17 maggio 2020”.  E cioè il DPCM del premier in cui come sempre l'ippica non è nominata nè indicata come sport o spettacolo, ma nel quale soprattutto sono ancora sospesi "eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati”.

Si parla quindi ancora del nulla, in materia di ripartenza ippica, anche se in questo caso avrebbe riguardato un ambito regionale (ricordiamo che la Campania dispone di tre ippodromi, a Napoli, questo sia per il trotto che per il galoppo, Aversa e Pontecagnano), con un protocollo sanitario a carico delle strutture in questione (i gestori degli ippodromi), in assenza di quello a carattere nazionale non ancora approvato dal CTS.

Nella foto l'ippodromo Agnano a Napoli


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