Niente data? Si va in piazza

Il Mipaaf ha trasmesso agli ippodromi il protocollo con le linee guida da applicare alla ripartenza, ma senza indicare quando potranno riprendere le corse (massimo 10 a convegno, con 12 partenti). Confermate quindi le manifestazioni di protesta per oggi a Napoli, Milano, Sassari, Pisa e Siena.
Niente data? Si va in piazza
di Mario Viggiani
4 min

Qualcosa si muove, arriva, ma non è abbastanza. Perché soprattutto manca ancora l’elemento imprescindibile per la ripartenza ippica: la data della prima giornata di corse dopo lo stop che dura ormai dal 10 marzo. Con oggi sono 73 giorni che trottatori e purosangue continuano ad allenarsi regolarmente, e soprattutto molti di loro paradossalmente lo fanno proprio negli ippodromi che sono il teatro delle corse, senza però andare in pista per fare quello che sono: i cavalli da corsa.

PROTOCOLLO - Qualcosa s’è mosso ieri, perché il Mipaaf ha trasmesso agli ippodromi il protocollo con le linee guida per la ripresa dell’attività con le corse a porte chiuse. E ora gli ippodromi «dovranno elaborare propri protocolli operativi, in raccordo con le autorità sanitarie locali (queste non meglio identificate - ndr)», ovviamente in relazione alla tipologia delle proprie strutture. Bisognerà vedere che tempi e modi serviranno per ottenere l’ok sanitario e mettere in pratica tutti gli accorgimenti richiesti nelle proprie strutture, da parte dei gestori degli ippodromi, il cui rapporto giuridico col Mipaaf non è stato ancora perfezionato.

Va rilevato come rispetto alla bozza originaria del protocollo sia stato stabilito per ogni convegno un numero massimo di 10 corse con un limite di 12 partenti da disputarsi a intervalli non superiori a 30' per il trotto e 45' per il galoppo. Il “tetto” dei 12 partenti stride con il numero sicuramente elevato dei cavalli che verranno dichiarati specie nelle prime giornate: basti pensare al trotto in Campania, dove normalmente si perde il conto delle corse con ben più di 12 cavalli al via.

Per il resto, due “perle” mica male: anche queste vanno discutibilmente contro il resto del mondo ippico. Ovvero: non c’è divieto di partecipazione per gli stranieri (tranne che in qualche gran premio, Francia, Germania, Inghilterra e Irlanda lo hanno decretato per salvaguardare l’attività dei propri cavalli). E ancora: nelle giornate di corse è autorizzato l’accesso a un proprietario per ogni partente, si rischia di avere quindi fino a un massimo di 120 persone che si aggiungerebbero agli operatori quelli sì necessari per lo svolgimento di ogni convegno. Vero che i proprietari mantengono i cavalli che danno lavoro al resto della filiera delle corse, ma non era meglio limitarsi ad ammetterli solo ai GP? All’estero neppure in quel caso...

DATA - Nulla invece s’è mosso in merito alla data per la ripartenza ippica. Non è dato sapere se per qualcuno dei frequenti rimpiattini ministeriali, in relazione al calendario con cui ricominciare le corse (quello vecchio? o già quello nuovo riveduto e corretto per salvare un po’ di gran premi, specie le classiche del galoppo, di corse e di montepremi?), o se per altri motivi.

In assenza della sospiratissima data (qualche visionario parla ancora del 24, il 29 potrebbe essere invece verosimile), sono confermate le manifestazioni di protesta ippiche previste per le ore 11 di oggi a Napoli (Piazza Trento e Trieste), Milano (Corso Monforte), Sassari (Piazza d’Italia), Pisa (Piazza XX Settembre) e Siena (Piazza del Campo) e domani a Roma (davanti Palazzo Chigi). Tutte all’insegna dello slogan “Ippica Invisibile”, come stampato sulle t-shirt (nella foto) che verranno indossate stamattina a Napoli, per ricordare che quella ippica è l’unica filiera Mipaaf che non è tornata ancora operativa.


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