Ippodromi agitati

Contratti 2020 ancora in sospeso dopo quasi sei mesi e spettanze quindi mai ricevute: Merano, che sollecita un riconoscimento per il rilancio del proprio impianto e dell'ostacolismo, chiede un confronto con la ministra Bellanova e minaccia lo stop dell'attività, protestano anche le varie associazioni di categoria
Ippodromi agitati
di Mario Viggiani
4 min

A qualcuno verrebbe da dire: “Ma come? Ripartite le corse, sono ripartiti i problemi?”. E poi: “Non si poteva risolverli mentre le corse erano ferme?”. I problemi dell’ippica italiana sono tanti, legati spesso a quella che è la connotazione del settore soprattutto da quando è del tutto gestito dai ministeri e quindi dallo Stato, anche economicamente, a differenza di quanto avviene altrove.

Il problema di questi ultimi giorni, per la meraviglia di nessuno, viene nuovamente sollevato dal fronte degli ippodromi. In particolare da Merano, tempio dell’ostacolismo nazionale (nella foto), sempre più unico autentico teatro della specialità, con l’attività per il resto ridottasi al minimo tra Milano, Pisa e Treviso. Rilanciato in grande stile, la Merano Galoppo ha sollecitato un incontro con la ministra Teresa Bellanova, titolare del Mipaaf, scrivendo anche al sottosegreterio con delega all’ippica, Giuseppe Labate, e ai dirigenti di riferimento per il comparto. L’argomento è quello annoso dei contratti, in perenne itinere tra ministero, ippodromi e Corte dei Conti (siamo nella seconda metà di giugno).

Giovanni Martone, presidente della Merano Galoppo, nella lettera inviata ieri ricorda gli otto anni di investimenti grazie ai quali dal 2013 a oggi l’ippodromo di Maia è stato rilanciato alla grande, arrivando ai pienoni di pubblico registrati in occasione del Gran Premio Merano. Ora però chiede al Mipaaf: «Quali saranno i contenuti della sovvenzione 2020? La sovvenzione 2020 per Merano sarà ancora mortificante come quelle sino ad oggi applicate? Quando codesta Amministrazione deciderà di riconoscere le peculiarità del settore ostacolistico attraverso la reale distinzione tra trotto, galoppo e ostacoli? Si continuerà ad andare avanti, ad esempio, continuando a remunerare le piste ad ostacoli la metà di quelle da piano secondo il defunto ma sempre riesumato “modello Deloitte”?». E in conclusione della lettera il presidente della Merano Galoppo chiede «un incontro immediato con il Ministro e il sottosegretario prima di chiudere definitivamente i cancelli dell’ippodromo e del centro di allenamento», specificando che dall’esito «dipenderà il prosieguo dell’attività della società o la sua cessazione definitiva e la conseguente doverosa attivazione di tutte le misure volte a tutelare e far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune».

Nella... scia di Merano, c’è stato subito un intervento di Elio Pautasso, presidente di Federippodromi (che ha appunto la Merano Galoppo tra i suoi associati) e direttore generale di Hippogroup Roma Capannelle: «Già da tempo abbiamo stigmatizzato il comportamento del Mipaaf che non ha ancora regolarizzato i rapporti contrattuali con le società di corse. Fin dall’inizio dell'anno, in attesa della definizione dei nuovi contratti, il Ministero aveva annunciato un acconto del 40% dei contributi, confermato dalla ministra Bellanova durante un’audizione alla Camera. Purtroppo, arrivati a giugno, non si sono visti né i contratti, né tantomeno gli acconti promessi che sono fondamentali per portare avanti le attività degli ippodromi. Invitiamo quindi il Mipaaf e tutti gli organi preposti ad ottemperare in fretta agli impegni presi anche davanti al Parlamento ricordando che senza un contratto valido con il Mipaaf è impossibile per tutte le società di corse accedere ai finanziamenti e agli aiuti predisposti dal Governo con i provvedimenti relativi all'emergenza Covid 19. In mancanza di un'azione tempestiva e risolutiva del Mipaaf, non è difficile immaginare che nel giro di pochi giorni quello che sta succedendo a Merano potrebbe verificarsi in molti altri ippodromi».

Questo ieri, dopo che s’era alzata anche la voce di Coordinamento Ippodromi. Oggi la scia si è allargata: è partita anche una lettera di Gruppo Ippodromi Associati, che riunisce il maggior numero degli ippodromi nazionali. L’argomento è sempre lo stesso: stiamo a vedere se le schermaglie porteranno ai fatti, da una parte (Mipaaf, con contratti visti e approvati e pagabili...) o dall’altra (stop dell’attività, in caso di mancata corresponsione delle spettanze).


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