Dettori, triplo e record

A Royal Ascot nell'ultima giornata vince tre corse, beffa Crowley tra i fantini in questa edizione (6 successi a testa ma maggior numero di secondi posti) ed eguaglia il primato di Eddery (73). Frankie firma anche le Coronation, unico gruppo 1 che gli mancava nel meeting reale. Nelle Coventry un vincitore da 150/1
Dettori, triplo e record© ASCOT RACECOURSE
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Royal Ascot è finito in bellezza per Lanfranco Dettori. Ieri, nella quinta e ultima giornata a porte chiuse, ha messo a segno un triplo da 150/1, con il quale sono salite a 6 le vittorie in questa edizione (come Jim Crowley, ma Frankie s’è aggiudicato per la settima volta il trofeo quale miglior fantino grazie al maggior numero di secondi posti) e soprattutto a 73 quelle in carriera nel meeting reale (eguagliato così il record di Pat Eddery: «Ne sono onorato, sono stato seduto vicino a Pat in sala fantini per quindici anni, è stato uno dei miei idoli», il commento di Lanfranco).

I tre successi di Frankie sono arrivati tutti in corse di gruppo: prima con la statunitense Campanelle nelle Queen Mary (gruppo 2, m. 1000), poi con Alpine Star nelle Coronation Stakes (gruppo 1, m. 1600) e infine con l'imbattuto Palace Pier nelle St James’s Palace Stakes (gruppo 1, m. 1600). Le Coronation erano peraltro l’unica delle otto corse di gruppo 1 del Royal Ascot che il 49enne Dettori non avesse ancora siglato: ora, tra tutti i gruppi 1 inglesi, gli manca soltanto la July Cup. Tornando al meeting reale, delle 73 vittorie di Lanfranco ben 26 sono arrivate in gruppi 1.

Nel meeting, a quota 6 anche John Gosden tra gli allenatori (55 in carriera nel meeting reale) e Hamdan Al Maktoum tra i proprietari.

Nelle altre corse di ieri, da segnalare il successo a 150/1, la quota più alta di sempre nel meeting reale, per il 2 anni Nando Parrado nelle Coventry Stakes (gruppo 2, m. 1200). Una curiosità: il cavallo porta il nome di uno dei sedici sopravvissuti alla tragedia dell'aereo che nel 1972 si schiantò sulle Ande. Parrado, allora 22enne e adesso 70enne, faceva parte della squadra di rugby uruguaiana Old Christians Club che si stava recando a Santiago del Cile per una partita: lui e gli altri passeggeri rimasero sulle montagne della Cordigliera argentina per due mesi prima di essere salvati.


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