Dal debutto al Derby

Road To Arc, che ha esordito e vinto poco più di un mese fa proprio a Capannelle, domenica punterà a un'impresa che in Italia non ha precedenti. Appartiene a Ferdinando Fratini, romano e... romanista (la sua giubba è giallorossa). Lo allena Affé, dopo essere stato sgrezzato da un trainer irlandese specializzato negli ostacolisti! In sella avrà Diana
Dal debutto al Derby© SAVI
di Mario Viggiani
5 min

Il gioco di parole va da sé: Road To Arc di nome, road to Derby di fatto. Il nome è ambizioso e Ferdinando Fratini, imprenditore romano, l’ha scelto apposta: «Bè, è quello il sogno di chi ha i cavalli al galoppo». Un nome registrato molto tardi, all’anagrafe ippica. «Ci sono stati ritardi nella documentazione e nel completamento della pratica, il suo passaporto è stato rilasciato giusto un paio di settimane prima dell’esordio».

Road To Arc è uno dei candidati al Derby Italiano numero 137 che si disputerà domenica a Roma. Un candidato atipico per un Derby atipico: il cavallo ci arriva dopo aver disputato e vinto una sola corsa in carriera (il Premio San Giuseppe del 7 giugno), la classica si correrà a Capannelle con 49 giorni di ritardo (era prevista il 24 maggio) dopo il lungo stop da Covid-19, alle 8 di sera per evitare il caldo torrido del pomeriggio romano.

IL CAVALLO - Fratini se l’è scelto da yearling nell’agosto 2018 all’asta Arqana a Deauville insieme al suo allenatore dell’epoca, ovvero Francesco Santella, acquistandolo dall’Haras du Montant per 11.000 euro con l’agente Marco Bozzi. Il puledro, con Planteur padre e linea femminile decisamente solida, a quel punto ha preso la strada dell’Irlanda dove “Liam” Burke, allenatore specializzato negli ostacolisti, l’ha domato e iniziato ad allenarlo. E lì è rimasto fino all’autunno 2019, quando è stato trasferito in Italia, nella scuderia di Agostino Affé a Capannelle. «Sembrava un cavallone da tiro, anche se Burke giurava sulle sue qualità», ricorda Fratini, arrivato all’ippica da appassionato dopo un breve tentativo da cavaliere di maneggio...

Qualche contrattempo fisico (mal di stinchi, ma anche una doppia indispensabile focatura) ha impedito a Road To Arc di debuttare l’8 marzo nel Premio Donatello, il lockdown ippico gliel’ha invece negato il 24 maggio (le corse sono ripartite il 25). L’esordio è arrivato così solo il 7 giugno: era stata scelta una maiden, ma il rischio di restarne fuori per lo sciocco limite di 12 partenti fissato dal protocollo-Covid ha spinto Affé a scegliere il San Giuseppe, non più listed ma sempre tradizionale test per il Nastro Azzurro. E il giallorosso di Fratini s’è presentato tutto d’un pezzo, facendo a capocciate fin sul palo, come un cavallo fatto e finito, e respingendo per una testa Spiritual Son, con Clarenzio Fan terzo a ridosso (nella foto). Per la grande soddisfazione di Fratini («Finora ho partecipato a un Regina Elena, con Mon Tresor, e un paio di Parioli, con Staisenzapensieri e Saga Timgad»), Affè (un siciliano che parla poco ma vince molto: 19,79% fin qui nel 2020) e Samuele Diana, che sarà il suo fantino anche nel Derby («È un cavallo forte, può solo che migliorare. Difficile trovare un debuttante che in corsa si esprima come un anziano»).

LA SCUDERIA - Fratini è proprietario al galoppo da una decina di anni: Super Hantem la prima a correre con la giubba giallorossa (e quindi romanista...). Adesso ha Road To Arc, l'interessante Camacho’s Rose e altri tre a Capannelle da Affé, un paio invece sono ad Anguillara da Angelo Agrestini.

«È già importante esserci, domenica. E siamo certi che correremo da protagonisti, con Road To Arc: rispetto per gli avversari, ma non lo cambieremmo con nessuno degli altri. Ci siamo tolti la soddisfazione di aver vinto il San Giuseppe al debutto, ci piacerebbe levarcene altre».

In Italia non è mai successo. In Inghilterra nel 1973 ci fu un certo Morston che si presentò a Epsom dopo aver disputato e vinta l’unica corsa neppure un mese prima del Derby. «Sì, lo so come andò a finire... Chissà...», commenta Fratini, che per parecchio tempo ha avuto cavalli anche in Francia.

Una volta i cavalli in giallorosso si chiamavano tutti Super qualcosa... Il prefisso identificativo era però abbastanza comune e quindi non proprio un “marchio” inconfondibile. E così adesso la scelta dei nomi è abbastanza fluida. «Vediamo come va domenica, magari potrebbe esserci un Road To Derby...», la chiosa di Fratini.

LA STORIA - Un'altra bella storia di scuderia è quella che ha come protagonista Super Ale, che Fratini acquistò da yearling in Francia all'asta Arqana 2013 per 14.000 euro. Dopo un debutto da urlo (primo in 58” sui 1000 metri a Longchamp su pista quasi pesante) nel maggio 2014, Ferdinando accettò una proposta allettante vendendolo ad Al Shaqab Racing. Fallito il tentativo nel Prix du Bois, il figlio di Elusive City fu tartassato da una serie di disavventure fisiche e tornò in pista in modo opaco dopo quasi un anno. La mega scuderia del Qatar non sapeva più che farsene e così il proprietario romano nell'autunno 2015 decise di riprenderselo all’asta per 5.000 euro. Ha affidato Super Ale nuovamente al training di Alessandro Botti e nel 2016 il cavallo è riuscito almeno a tornare alla vittoria, a Chantilly. A quel punto Fratini gli ha fatto chiudere la carriera in Italia nel 2017 e da allora se lo tiene nel paddock di casa sulla Via Flaminia.


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