Taranto chiede spiegazioni

Le sorelle Carelli, che con la SIFJ gestiscono l'ippodromo pugliese, hanno scritto al Mipaaf in merito alla cancellazione del Città di Taranto, unico GP di trotto tolto dal calendario per il 2022. Una corsa vinta anche da Varenne, con 36 edizioni alle spalle
Taranto chiede spiegazioni© SIFJ
di Mario Viggiani
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Detto, fatto. Milva Carelli, amministratrice unica della SIFJ, la società che gestisce l’ippodromo Paolo VI, l’aveva annunciato prima del GP Città di Taranto: «Ne parlerò a corsa disputata». E più che parlare, con la sorella Anita ha scritto: una lettera aperta inviata alla stampa e diffusa sui social network, ma spedita anche ai dirigenti Mipaaf che si occupano di ippica, chiamati a una risposta sulla vicenda.

LA LETTERA. «Sulle ali dell’entusiasmo e sullo slancio del pomeriggio appena trascorso, con la consapevolezza che ieri si è svolta l’ultima, 36ª, edizione del Gran Premio Città di Taranto. Un Gran Premio voluto fortemente da mio padre che amava come noi, visceralmente la città, e che modestamente abbiamo cercato di onorare in ogni modo dopo la sua scomparsa. Consapevoli di aver fatto tutto secondo le nostre capacità e possibilità, ci siamo impegnate a regalare una bella ed apprezzata pagina della storia del Paolo VI. Ma questa volta dubbi ed interrogativi ci assalgono. Ci chiediamo se questo impegno, se il nostro lavoro, svolto con immutata passione sia stato in qualche modo apprezzato dagli operatori, dal pubblico, dagli addetti ai lavori. Ci chiediamo ancora se si fosse potuto fare di più e meglio. Ma…. Sì, c’è un ma. Ci piacerebbe per una volta essere giudicate, vedere valutato magari come si fa a scuola, il nostro lavoro con un voto. Magari come si fa con un compito in classe… Ci piacerebbe sapere se meritiamo davvero di essere tagliate fuori da un evento che resta, e resterà, nella storia di una città: Taranto. Ma anche dell’ippica nazionale. Chiediamo anche di essere liberamente ed apertamente rimproverate se non fossimo state all’altezza, ma anche liberamente ed apertamente elogiate se il nostro lavoro fosse stato di gradimento, dagli addetti al lavoro, dagli operatori, dal pubblico…. ma soprattutto dai burocrati. Una cosa però appare evidente ed incontrovertibile, la nostra Taranto: È VIVA…! E lo ha dimostrato per l’ennesima volta, rispondendo alla grande all’appuntamento, nonostante tutto. Nonostante la pandemia, le limitazioni, il super green pass, la pioggia e soprattutto durante la giornata di Santo Stefano che qui da noi al Sud è sacra quanto e come il Natale. Ci chiediamo infine, e lo vorremmo veramente sapere, cosa ci meritiamo e soprattutto che cosa ci aspetta per il futuro? Come diligenti soldati nel corso di questi anni abbiamo accolto ogni tipo di decisione, poche volte gratificante, tante altre penalizzante. Come diligenti soldati abbiamo gridato in silenzio “obbedisco!”. Siamo figlie di questa città che con orgoglio porta nel mondo la sua bellezza e la sua cultura, siamo imperturbabilmente tarantine».

LA STORIA. La vicenda è ormai nota. Martedì scorso il Mipaaf ha ufficializzato il calendario dei gran premi di trotto per il 2022, nel quale rispetto al 2021 ne è stato cancellato uno solo in tutta Italia: il Città di Taranto, appunto. Una corsa con storia quasi quarantennale, nel 1999 vinta da Varenne, e che domenica ha registrato il successo di Bonneville Gifont in 1.11.5: una figlia di Varenne, ironia della sorte. «È un affronto a tutta la città, non solo al nostro ippodromo. Una struttura che continuiamo a migliorare con interventi a favore del pubblico, nella zona delle tribune e della pista, ma anche degli addetti ai lavori, all’interno delle scuderie», è lo sfogo sacrosanto di Milva Carelli.

ERRORI IN SERIE. Taranto fino a quest’anno aveva due gran premi: il Due Mari e il Città di Taranto. Il Due Mari nel 2021 è stato ricollocato in piena estate, come da tradizione. Il Città di Taranto invece è rimasto nell’identica data del 2020, il giorno di Santo Stefano, nonostante non sia certo una collocazione ideale, nel periodo festivo, magari condizionato dal maltempo», commenta ancora l’amministratrice del Paolo VI.

Tra circolare di programmazione del trotto (il limite di età per i trottatori indicato erroneamente in 8 anni per le femmine e in 12 per maschi e castroni e dopo tre giorni riportato a 10 e 14) e calendario dei GP (il Nastro d’Oro riservato agli anziani anziché ai 4 anni, correzione in attesa di rettifica), il Mipaaf s’è già distinto con un paio di sbagli da matita blu. C’è da sperare che il Città di Taranto sia rimasto fuori dalla tabella per il 2021 per una banale svista solo in quanto ultimo GP in ordine di tempo... Perché davvero non si trovano motivazioni tecniche e logiche alla sua cancellazione. Si parla di un GP con 40.040 euro di dotazione: sono aumentate di 11.000 quella del Biasuzzi e di quasi 26.000 quella del Campionato Femminile 4 anni, bastava lasciarle immutate ed ecco che ci sarebbero stati i soldi per il Città di Taranto, se pure la sparizione del GP pugliese fosse da spiegare con un mero problema di cassa...

Da parte del Mipaaf ci sarebbe da mettere riparo in fretta anche alla improponibile vicinanza di calendario e sovrapposizione tecnica riguardanti i primi due GP del 2021: il Vittoria del 6 gennaio a Bologna e il Barbetta del 9 a Milano, entrambi sulla lunga distanza e riservati agli anziani. Sarebbe cosa buona e giusta che un unico D.M. mettesse riparo a questi due pastrocchi, specie quello tarantino.


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