Villa, quel sogno nel cassetto

Il titolare della Effevi non è riuscito nell'impresa di conquistare il Derby di galoppo con una femmina: l'ha sfiorata soprattutto nel 2015, quando però Sound of Freedom fu battuta dal compagno di scuderia Goldstream! Dal 1997 aveva vinto tutti i principali GP italiani. La figlia Federica: «Se ci riesco, continuerò con la mia New Age»
Villa, quel sogno nel cassetto© SNAITECH/DENA
di Mario Viggiani
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Aveva un sogno nel cassetto, Felice Villa. Aveva tentato tre volte, di farlo diventare realtà: peccato davvero che non ci sia riuscito. Con la giubba a piccoli scacchi blu e oro della Effevi, la scuderia che portava le sue iniziali, inseguiva quella vittoria nel Derby che una femmina non conquista dal 1935. È già difficile che qualcuno ci provi, d’altronde ci sarà un motivo se ormai da 87 anni nessuna ha emulato Archidamia. E invece lui, il sciur Villa, era andato vicino all’impresa non appena s’era ritrovato con una femmina che valesse i maschi: seconda Sound of Freedom nel 2015, terza Flower Party nel 2018 e ancora terza Call Me Love nel 2019.

Il Derby, d’altronde, l’aveva già conquistato quattro volte: con Awelmarduk nel 2007, Crackerjack King nel 2011, Dylan Mouth nel 2014 e Goldstream nel 2015, questo beffardamente proprio nell’anno in cui arrivò seconda Sound of Freedom. Il resto l’aveva proprio vinto tutto: in particolare quattro Lydia Tesio, tre Regina Elena, tre Oaks e due Parioli. Ecco, a differenza di altri importanti proprietari del galoppo italiano, magari gli è mancata una vittoria che conta all’estero, anche a fronte di diversi tentativi: anche in questo caso c’è andato solo vicino e solo con Jakkalberry, che a Meydan si piazzò terzo nello Sheema Classic 2012. In Inghilterra gli è riuscito però di siglare il Winter Derby, allora listed, con Re Barolo nel 2009.

Villa aveva aperto la Effevi nel 1997, in 25 anni di corse è stato un riferimento imprenscindibile per il galoppo italiano. E non s’è mai fatto problemi di fronte a offerte importanti, che fino a un po’ di tempo fa certo non mancavano, quando c’era da vendere i pezzi migliori all’estero: «Bisogna far quadrare i conti di scuderia, non è possibile fare diversamente», spiegava puntualmente quando chiudeva una trattativa. E da un pezzo era davvero stufo della mala gestione statale della nostra ippica: «Non esiste che si debba ricorrere alle vie legali per incassare quanto ci spetta», diceva riferendosi in particolare alle entrate dei gran premi derivanti dalle iscrizioni, in arretrato davvero imbarazzante oltre che oneroso anche per una scuderia come la sua.

Non vedremo più in pista la giubba della Effevi, dopo la scomparsa di Villa. Negli ultimi anni però, dal 2016, era stata affiancata quella blu e bianca New Age dell’appassionatissima figlia di Felice: «Se ci riesco, proseguirò con la New Age. Ma vedrò...», ha fatto sapere Federica. Ieri il papà è stato ricordato con un minuto di raccoglimento al trotter della Maura: c’era anche Alduino Botti, l’allenatore di tutti i suoi grandi successi. Domani ci saranno i funerali, alle ore 9 presso la chiesa di San Vito, in Via Tito Vignoli 25.


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