Mondiali Fukuoka, tocca a Paltrinieri: c'è un oro da difendere

Il capitano azzurro affronta la prima di sette (possibili) fatiche: stanotte (all’una italiana) in acqua per la 10 km che vinse a Budapest un anno fa.  "Ora penso solo a questa sfida!", ha detto Greg
Mondiali Fukuoka, tocca a Paltrinieri: c'è un oro da difendere© EPA
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Si affaccia dalla camera dell’albergo e vede il campo gara delle acque libere: Gregorio Paltrinieri al caldo di Fukuoka ha messo insieme casa e bottega. Da stanotte, con la 10 chilometri che assegna anche tre pass olimpici, cominciano le sue fatiche che, se tutto va bene saranno sette: tre in acque libere (5 e 10 km più staffetta) e quattro in vasca (batterie e fi nali di 800 e 1.500). Fanno un totale 21.100 metri di gare per il leader del nuoto azzurro, capitano di tutto: della squadra in vasca e del gruppo del nuoto di fondo. L’unico, potrebbe sembrare una contraddizione ma non lo è, che ha saltato a piè pari le ultime selezioni del Settecolli. Giusto così: Greg non è più un ragazzino, tutti sanno quello che vale, la preparazione conta più di un momento di verifica in mezzo alla stagione. Era troppo importante lavorare con calma in altura, prima a Livigno e poi a Nagano dall’inizio di luglio.

IL PRIMO TEST

Poi, come sempre accade, bisogna fare i conti la sorte che in questo caso si chiama dissenteria. Ora Greg è guarito, non potrà essere al top ma ha ritrovato il sorriso dei tempi migliori,come garantisce il suo allenatore Fabrizio Antonelli. Si conosce e sa gestirsi, quindi anche una frase all’apparenza banale, tipo il “dobbiamo incontrarle tutte” dei calendari di calcio, ha il suo significato: "Ho un programma lunghissimo e so che l’unico modo per ottenere i risultati migliori è pensare a una gara per volta". Primo test, la 10 chilometri con l’oro di Budapest da difendere: "Io mi sento bene, non abbiamo provatopiù di tanto il campo gara perché le acque sono sporche e limacciose. Ho preferito continuare la preparazione in piscina". L’esperienza farà il resto, d’altra parte il viaggio ai Mondiali di Paltrinieri è lunghissimo, con l’esordio datato 2011 e un anonimo 19º posto nelle batterie dei 1.500. Da lì poi sempre sul podio con un bottino che fa spavento: 5 ori, tre argenti, 4 bronzi e successi in tutte le specialità, dagli 800 alla 10 chilometri. Dodici anni sulla breccia, grazie anche alla voglia di rinnovarsi e sperimentare. Ha voluto le acque libere e se l’è prese, portandosi dietro anche i suoi rivali storici come Romanchuk e Wellbrock che guardando lui hanno capito che mare e vasca erano compatibili. Curioso per natura, ha scelto Fabrizio Antonelli per provare qualcosa di diverso rispetto alla gestione Morini che pure gli ha dato l’oro olimpico dei 1.500 a Rio 2016. La parola d’ordine è stimoli: "Ho bisogno di variare, anche tecnicamente, provare cose nuove. E’ quello che abbiamo fatto quest’anno". Non è detto che si raccolga già adesso: Greg in questo 2023 ha nuotato meno chilometri rispetto allo standard, eterno bilanciamento tra la necessità di non stressare un fisico che ha vissuto mille battaglie e la voglia comunque di essere competitivo. Fukuoka resta una tappa di passaggio verso l’imbuto olimpico, quando si spingerà a tutta. Intanto, come sempre, Greg farà con quello che ha: le medaglie olimpiche di Tokyo (argento negli 800, bronzo nella 10 chilometri) vinte praticamente con la mononucleosi addosso sono state un punto di svolta per avere la certezza di quello che può fare quando “si accende”. Quando è il momento non si risparmia. E da capitano non guarda solo a se stesso: "La squadra è molto forte, sta inserendo nuovi giovani, sarebbe importante confermarsi anche a questi mondiali». Le medaglie arriveranno:"Abbiamo due-tre punte che trainano tutto il movimento e garantiscono ciclicità. Sono un punto di riferimento per i giovani". Lui per primo.


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