Benedetta Pilato dice tutto, dai tatuaggi a Parigi. E sull'amore con Miressi...

La nuotatrice pugliese si racconta a meno di dieci mesi dalla prossima Olimpiade che potrebbe arricchire il suo palmares
Benedetta Pilato dice tutto, dai tatuaggi a Parigi. E sull'amore con Miressi...© Getty Images
Alberto Dolfin
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TORINO - Benedetta Pilato è diventata grande. La strada che porta all’Olimpiade di Parigi passa da Torino, città da cui la diciottenne tarantina ha deciso di ripartire, affidandosi ad Antonio Satta e spartendo la corsia con un altro asso della Nazionale: Alessandro Miressi. Da poco dicottenne, l’unica gemma che manca al suo già ricchissimo palmares è proprio quella a cinque cerchi, per lei che arriva dai 50 rana (distanza non olimpica), ma che nei 100 ha già saputo diventare regina mondiale ed europea nel 2022. Il 2023, invece, non è stato un anno semplice, visti anche gli impegni scolastici ma ora, mentre comincia a frequentare le prime lezioni di Biologia all’Università di Torino, Benny ha ritrovato il sorriso tra le corsie del PalaNuoto e, indossando la cuffia dell’amico Mirex, culla il suo sogno olimpico.

Benedetta, come è nata l’idea di cambiare?
«È stata una scelta coraggiosa e molto pensata, trattandosi di un anno particolare, quello olimpico. Sentivo la necessità di cambiare, ho valutato diverse opzioni, compresa quella di Roma all’Aniene. Antonio non mi aveva mai allenato, ma mi aveva seguito in alcune trasferte con la Nazionale, per ora mi sto trovando bene».

Variazioni in vasca?
«Gli allenamenti sono cambiati e già fare i doppi mi stravolge tutta la routine, non ero abituata perché andavo a scuola. È tutto diverso e sono più stanca di prima, ma mi sto abituando piano piano. Mi dovrò organizzare con le lezioni universitarie in presenza».

E la vita torinese?
«Mi piace vivere da sola. Però è diverso rispetto al passato, perché devo arrangiarmi: cucinare mi va, sono brava soprattutto a fare i dolci, ma ora non li preparo perché dovrei mangiarmeli tutti io. Per fortuna, passo tanto tempo coi miei compagni d’allenamento: non era scontato, ho trovato un bellissimo ambiente».

Miressi le ha fatto un po’ da Cicerone per la città, oltre a regalarle la sua cuffia per gli allenamenti?
«Non ho ancora visto molto anche perché lui non è portato a fare la guida. (ride; ndc). Tra noi due c’è un bellissimo rapporto. Ci conosciamo da quattro anni, dal mio primo Mondiale a Gwangju nel 2019».

In estate hanno scritto anche di una vostra liaison sentimentale, come commenta?
«Si divertono a scrivere così, ma siamo solo grandi amici. Io sono più estroversa, lui un po’ antipatico. Scherzo, però siamo diversi come carattere».

Com’è confrontarsi in allenamento con un compagno di Nazionale?
«Non ero abituata, devo dire particolare. Allenandomi spesso da sola non avevo proprio un gruppo a cui appoggiarmi, mentre adesso nelle gare internazionali c’è anche lui con me e la squadra si allarga quando ci sono competizioni nazionali. È molto stimolante, ma non l’ho ancora sfidato a rana, tanto vinco io. Invece, di sicuro non mi metto a fare stile libero».

La vediamo diversa, più sorridente.
«Il sorriso c’è sempre stato, però ho tante responsabilità in più e questo si riflette su tutto. In generale, sono sempre la stessa, mi sento più libera dopo un’annata intensa anche fuori dall’acqua tra maturità e patente».

Le piacciono i tatuaggi?
«Ne ho 5, tutti importanti a modo loro. L’ultimo l’ho fatto da pochissimo sul braccio destro, quando sono arrivata a Torino con la frase “Pensa se piove”, ma è personale. Quest’estate prima di partire, invece, mi sono tatuata mezzo avocado sul polso e l’altra metà se l’è tatuata mia mamma».

Che cosa si aspetta da questa stagione?
«Quest’anno ci sono tante gare e tanti obiettivi. Ero abituata a fare cose molto diverse, per cui è tutta una fase d’adattamento. Ad esempio, non avevo mai iniziato la stagione con una gara di così alto livello, peraltro in vasca lunga. La tappa di Coppa del Mondo a Budapest sarà uno stimolo in più: non andiamo a ricercare la prestazione, però sono curiosa del risultato. Servirà per capire se quello che stiamo facendo funziona».

E se le dico Olimpiade?
«I Giochi di Parigi sono l’obiettivo, anche se con questo grande cambiamento non mi sento di dire niente. Sarà una stagione strana, perché ci saranno gli Europei in corta a dicembre e poi i Mondiali in lunga a febbraio La nostra gara dei 100 rana è molto competitiva, quindi, non è neanche così scontata la qualifica».

Pensa mai di essere esplosa troppo giovane?
«In effetti mi sono mancati degli step, magari una parte di carriera giovanile e alcuni momenti fondamentali per maturare. A volte, mi hanno chiesto di crescere in fretta: comunque, in generale per adesso non subisco questa cosa».


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