Se manca l’ufficialità è solo perché la vernice di Parigi 2024 è ancora troppo fresca per disegnarci sopra un altro capolavoro. Los Angeles però è più di un pensiero stupendo. «Sarebbe un sogno», dice Paltrinieri usando il condizionale, d’obbligo in pieno recupero da una Olimpiade appena terminata, in convalescenza dalla frattura a un gomito e in burnout da nuoto. «Ci sono tante cose da tenere in considerazione». Insomma, Greg ufficialmente non scioglie la riserva ma nemmeno chiude la porta. Anzi, se c’è da aprire qualcosa, il cassetto dei sogni è lì. La voglia è già tornata più forte che mai.
Paltrinieri tra recupero e vancanza
E perché non desiderare pure il più grande degli onori? Ieri mattina al Quirinale c’era anche lui alla cerimonia di riconsegna del tricolore. Naturale chiedergli se la prossima volta toccherà a lui il ruolo di alfiere, a lungo desiderato e sfumato in quello che per tutti era il ballottaggio con Tamberi. «Speriamo», la sua risposta. Una pagina bianca, se vogliamo, di un libro ancora aperto al futuro. Per il presidente della Federnuoto, Paolo Barelli, non ci sono dubbi: «Paltrinieri è nell’Olimpo del nuoto. È un eroe dello sport italiano e ha voglia di andare avanti». Procedendo con ordine, però. Quindi priorità al recupero dall’infortunio al gomito, poi un mese di vacanza con la fidanzata Rossella Fiamingo, prima Thaiti e poi la California. Quindi il nuovo inizio da pianificare con il suo allenatore Fabrizio Antonelli.
Meravigliosi
Da Paltrinieri a Ceccon e Martinenghi, da Taddeucci a Quadarella, da Raimondi e Barlaam a Gilli e Ghiretti: “Meravigliosi” in acqua e sul tappeto blu, i re e le regine di Parigi 2024 si sono ritrovati tutti insieme per celebrare vittorie e conquiste dei Giochi Olimpici e Paralimpici. In totale 42 medaglie (5 targate Fin e 27 Finp), con «l’unico rimpianto della pallanuoto», dice Barelli. Come al Quirinale sfilano in passerella anche i quarti posti e in Benedetta Pilato c’è un pizzico di orgoglio per un “movimento” nato dalla sua ormai celebre felicità post gara olimpica. «Forse è veramente partito un po’ da me, ma spero sia passato il messaggio di essere fieri del proprio lavoro e non quello che va bene accontentarsi». A scanso di equivoci, lei chiarisce: «I prossimi 4 anni per me saranno importantissimi, sono consapevole di cosa voglio». Vedi Ceccon, pronto a «cambiare metodo di allenamento» e trasferirsi in Australia a costruire nuovi successi. Meravigliosi, ovvio.