Chiara Pellacani: "Dopo l’America conquisto Roma"

Ha scelto la Louisiana per studiare e allenarsi. Ora torna nella sua città per tuffarsi a caccia del podio europeo
Chiara Pellacani: "Dopo l’America conquisto Roma"© EPA
Giorgio Burreddu
5 min

Lo ha sempre saputo. «Ero in prima elementare. Alla fine del tema scrissi: "Se una cosa la dico, la faccio. Punto". Mamma me lo ricorda sempre». Chiara Pellacani dice e fa, convinta di sé, delle sue potenzialità, del suo valore. Pensa positivo. Anche per questi Europei romani, a 19 anni, a casa sua, nella sua città, con la sua gente, la sua famiglia. Tutti a fare il tifo per lei. «Alle gare ci saranno i miei amici, ci saranno i miei genitori, i parenti, e anche i nonni. Quelli da parte di mamma, Elisa e Massimo, e quelli da parte di papà, Luisa e Sandro. Con le nonne ho un rapporto speciale, mi hanno sempre seguito. Sono molto affezionata».

Dopo le cinque medaglie a Budapest 2020, e dopo quella nel misto ai Mondiali, la tuffatrice azzurra vuole ripetersi.

«Le gare a cui tengo di più sono quella dal trampolino 3 metri individuale e ovviamente i sincro con Elena Bertocchi e Matteo Santoro. Sì, ho aspettative di podio. Spero di rifare quello che avevo fatto a Budapest. Lo so che non sarà facile, ma voglio dare tutto per riuscirci».

Chiara non promette, Chiara dice e fa.

«Anche se sono scaramantica e certe ambizioni preferisco tenerle per me».

Roma-Europei: che binomio è?

«Bellissimo. Sono contenta di gareggiare in casa. Non c’era mai stata l’occasione. Sarà sicuramente molto emozionante. Probabilmente una delle più grandi della mia vita».

Che rapporto ha con Roma?

«Io sono di Ottavia, sono cresciuta qui. Prima io e la mia famiglia stavamo in via Giuseppe Allievo, poi ci siamo spostati ma di poco. Roma mi lascia sempre senza fiato. E’ la mia città, esco a fare passeggiate, San Pietro, Fori Imperiali. Ogni volta mi rendo conto di quanto sia bella».

Ha scelto di vivere in America.

«Ci sono stata cinque mesi. Dopo gli Europei riparto. Sto in Louisiana, studio psicologia. Non so ancora che specializzazione prenderò. Mi piacerebbe restare nello sport. Gli States sono molto diversi e all’inizio è stato abbastanza stancante. Allenamenti alle 6.30 del mattino, lezioni, altri allenamenti».

Cosa non le manca dell’Italia?

«Un po’ l’organizzazione. Lì faccio meno fatica ad allenarmi e studiare. Le lezioni sono organizzate in base agli allenamenti, lo sport è pari allo studio. Questa cosa da noi non c’è».

E cosa le manca?

«Gli amici, la famiglia. La mia vita qui. Però in America mi sono fatta un sacco di amici, andiamo a vedere la ginnastica artistica, il football americano. E’ divertente».

C’è una gara che le ha cambiato la carriera?

«Gli Europei di Budapest mi hanno fatto capire a che livello posso stare, ora so che posso gareggiare a livello internazionale. E poi aver raggiunto l’Olimpiade è stata una conferma».

E poi la medaglia ai Mondiali.

«Un punto di svolta. Anche se ce l’aspettavamo, almeno un po’. E’ stata una grande soddisfazione. Matteo è come un fratello, ci possiamo dire tutto».

La Bertocchi?

«Nell’ultimo periodo ha avuto problemi alla schiena. Ma ci sarà. Siamo molto amiche, ci siamo sempre trovate bene anche al di fuori dei tuffi. Se c’è qualcosa che non va ce lo diciamo».

Perché preferisce i 3 metri?

«È quella in cui mi sento meglio, mi trovo un po’ più competitiva, mi sento più nella gara, mi piace saltare, la tipologia di salto».

Esiste il tuffo perfetto?

«Non è mai perfetto. Ma quando riesco a seguire le due o tre indicazioni che il mio allenatore mi dà prima di eseguire il tuffo, allora sono contenta».

Che rapporto ha col vuoto, con il salto?

«Quando mi tuffavo da dieci metri avevo un po’ di paura. Da tre metri è diverso, la paura del salto non c’è. Da 10 metri devi gestire la paura, da 3 solo l’ansia della gara».

E ci riesce sempre?

«Gestisco bene l’ansia, le mie emozioni, sì».

In casa siete tutti sportivi?

«Mio fratello gioca a calcio, nella Triestina, ovviamente è andato a vivere lì. Mia sorella invece non è una super amante dello sport. Lei ha una vita normale (e ride ndr), fa il liceo scientifico».

Chi è la persona che più le ha insegnato nella vita?

«Mia madre, perché mi è sempre stata accanto e la vedo come una persona che ha sempre una soluzione a tutto. Qualsiasi cosa: privata, personale o che riguardi i tuffi, lei riesce sempre a capire. La mia parte migliore viene da lei. Cerco sempre di trovare un lato positivo».


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