Europei di nuoto, Federica Pellegrini esclusiva: “A Roma da tifosa felice”

Dopo tanti successi in vasca, sarà madrina dell’evento e vivrà le gare dalla tribuna: "Quel 2009 è nel mio cuore: chiudo gli occhi e sento il boato del pubblico. Ora tocca agli altri. Questa competizione in casa vale più di un Mondiale"
Europei di nuoto, Federica Pellegrini esclusiva: “A Roma da tifosa felice”© ANSA
Paolo de Laurentiis
6 min

ROMA - L’Europeo da madrina, dopo tanti successi in vasca. Federica Pellegrini, 34 anni appena compiuti, sta preparando le valigie. «Una strana sensazione».

Perché?
«Le borse sono sempre quelle, però sto portando più vestiti che costumi. Ma cuffia e occhialetti li ho messi dentro, non si sa mai. Due bracciate…».

È stato difficile staccarsi dal nuoto?
«Ormai è passato un anno e devo dire che all’inizio ho fatto fatica. Sono una persona metodica, che organizza le sue giornate. Senza la consuetudine dell’allenamento mi sono dovuta riadattare. Il primo mese, alle otto e mezzo di mattina spesso mi chiedevo: “ora che cacchio faccio tutta la giornata?”»

E poi?
«Ho trovato nuovi ritmi e fatto una scoperta rivoluzionaria»

Sarebbe?
«Il weekend lungo. Una cosa fantastica: dal venerdì alla domenica, tutti per me. Per anni, i miei finesettimana sono stati dal venerdì sera al sabato mattina».

C’è stato anche il tempo per una crociera.
«Con mamma, qualche mese fa. Era il suo sogno ma a papà non piace. L’ha proposto a me».

Risposta?
«Istintivamente ho detto “non posso”. Poi ho riflettuto: perché non posso? Ho molti impegni ma il tempo ora riesco a trovarlo. Siamo state benissimo. Avere ritmi di vita normali è stato il vero cambiamento».

Le gare mancano?
«Manca l’emozione, non la tensione, anche se negli ultimi anni si era affievolita. Di sicuro non mi mancano le litigate con Matteo (Giunta, suo ex allenatore e futuro marito, ndr) prima di un evento importante: io vivevo i miei momenti da atleta, lui da tecnico. Abbiamo discusso spesso».

Avete comunque trovato un nuovo equilibrio, una volta usciti dal rapporto atleta-allenatore.
«Direi di sì, visto che tra meno di un mese ci sposiamo»



Mondiale di Roma 2009. Il primo pensiero?
«Chiudo gli occhi e sento il boato dei tifosi».

E i record del mondo? Le vittorie?
«Quelli dopo. Il ricordo più netto è la gente, le tribune piene come fosse uno stadio, sentivo tremare la terra sotto i piedi. Gareggiando all’estero lo abbiamo visto tante volte, quando lo vivi in prima persona è un’altra cosa».

Roma 2009 è anche Alberto Castagnetti, morto pochi mesi dopo quei giorni straordinari.
«Mi manca come credo manchi a tutto il movimento. Una figura come la sua, di quello spessore tecnico e umano, penso sia insostituibile».

È così diverso gareggiare in casa?
«Sì e sono sicura che i ragazzi vivranno tutto come una festa. Perché l’Europeo è più abbordabile di un Mondiale e perché i successi delle staffette traineranno tutto il gruppo. Sono contenta che si torni allo Stadio del Nuoto in una grande competizione internazionale. Ne trarrà beneficio tutto il movimento: sarà una vetrina importantissima, tecnica e mediatica. Una gara di questo livello davanti al tuo pubblico diventa anche più importante di un Mondiale».

Quanto c’è di Federica Pellegrini nel nuoto che vediamo oggi?
«Non voglio dirmi le cose da sola. So soltanto che i risultati portano i risultati, quando arrivano le vittorie c’è sempre la risposta del movimento. Ma deve dirlo qualcuno da fuori, non io»

La squadra è fortissima.
«E crescerà ancora: una 4x100 stile libero che va sul podio all’Olimpiade e al Mondiale alza incredibilmente il livello. Vuol dire che, potenzialmente, con un quinto o sesto posto ai campionati italiani si mette nel mirino una medaglia internazionale»

A Roma da ex atleta ma da primatista del mondo dei 200 stile libero. Quell’1’52”98 è ancora negli almanacchi.
«Il record ha da poco compiuto 13 anni, mi fa piacere perché è il mio numero preferito. Ma prima o poi cadrà, in realtà pensavo succedesse in questi giorni ai Giochi del Commonwealth: Ariarne Titmus ci è andata vicina più di una volta. Penso che sarà lei a farlo»

Com’è lo sport visto da fuori?
«Un mondo gigantesco, dietro c’è un lavoro incredibile oltre a molta politica sportiva. Scopri cose di cui, da atleta, proprio non ti rendi conto».

Sport preferito da spettatrice?
«La pallanuoto, la seguo sempre volentieri ma in realtà a me appassiona proprio il nuoto. Forse dipende dal fatto che sono molto legata al gruppo azzurro, ragazzi che conosco benissimo. Ma vedere una gara mi entusiasma. Chissà se sarà così anche in futuro, sono convinta di sì».

La parità di genere è nel Dna del nuoto. Negli altri sport ancora non è così.
«Culturalmente c’è ancora molta strada da fare e i paragoni tecnici sono anche sbagliati: lo sport maschile è diverso da quello femminile, non dimentichiamo che fino a poco tempo fa le donne erano proprio escluse da alcune discipline e serve tempo per arrivare ad alto livello. Ma faccio fatica a pensare che una schiacciata di Paola Egonu sia meno spettacolare di una di Zaytsev».

Quali sono le cose giuste da dire a un bambino che sogna di diventare un campione?
«Di divertirsi senza pensare troppo a vincere o guadagnare. Il nuoto non è lo sport giusto per questo».

Federica Pellegrini oggi è felice?
«Sì, molto».


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