Francesco D’Amico: "Padel disciplina inclusiva e sociale"

L'istruttore MSP Italia affetto da sordita? elogia i pregi della disciplina: "Gli ostacoli si possono abbattere"
Francesco D’Amico: "Padel disciplina inclusiva e sociale"
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Socialità, aggregazione e divertimento. Uno sport davvero per tutti. Il padel ha ormai queste caratteristiche come tratto distintivo e tutto ciò lo vediamo con i nostri occhi giorno per giorno. Uno sport anche inclusivo, come abbiamo descritto su queste colonne. Un’altra bellissima storia da raccontare è quella di Francesco D’Amico, che ha trasformato questa passione in un’occupazione, diventando istruttore di padel. La sua sordità non gli ha proibito di coltivare il suo sogno, con il diploma ottenuto lo scorso anno come istruttore MSP Italia: "Mi sono avvicinato al padel grazie a un amico – le sue parole – e grazie a lui ho scoperto una vera passione per questo magnifico sport! Il padel mi piace molto perché personalmente mi arricchisce, mi mette davanti ai miei limiti e mi fa capire che gli ostacoli si possono superare. E poi è uno sport sociale, nel senso che si conoscono molte persone nelle partite".

Obiettivo e metodo

Francesco si è posto un grande obiettivo a livello sociale, ossia di aiutare il mondo della sordità in questo sport, anche tramite l’organizzazione di manifestazioni che abbiano come comun denominatore l’inclusione: "Questo mondo porta ad avere inevitabilmente problemi di comunicazione, il mio obiettivo è quello di aiutare i sordi come me a migliorarsi, affinare la tecnica e apprendere in modo più veloce. Andare a lezione è molto importante perché non si finisce mai di imparare e migliorare. Organizzeremo prossimamente un evento a Perugia per i neofiti sordi, ma non solo per i sordi ovviamente". Da istruttore MSP Italia, Francesco ci spiega il suo metodo di lavoro: "L'approccio con gli allievi varia, ognuno è fatto in modo diverso e parte da un livello diverso. L'istruttore deve amalgamarsi bene con l'allievo, deve saper ascoltare in maniera attenta per poter trasmettere la tecnica. Bisogna avere anche una buona memoria visiva, scattare delle foto immaginarie nella testa per memorizzare gli errori durante il colpo".

Futuro

Dal metodo di insegnamento al futuro di questo sport. Questi sono i consigli di Francesco: "Io credo che bisognerebbe inserire questo sport anche nelle scuole, come già si fa con il calcetto, il basket, la pallavolo. E anche le grandi aziende potrebbero inserire dei campi di padel, dove a fine turno ci si può organizzare per giocare con i colleghi. Infine, è necessario cambiare mentalità, si gioca per divertirsi e se si perde la partita non è un problema. Il padel ci insegna anche a saper perdere, lo sport è un po' come una seduta psicologica: scarica lo stress, ma ci si diverte!".


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