Victoria Iglesias senza limiti: "Punto alla vetta"

La grande ascesa della spagnola (n.13 del ranking) che con l'argentina Osoro forma 'Las Vikingas', una delle coppie più insidiose
Victoria Iglesias senza limiti: "Punto alla vetta"
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Nata a Siviglia il 16 maggio del 1994, Victoria Iglesias, n.13 del ranking WPT, è una giocatrice in fortissima ascesa che anche per questa stagione giocherà insieme alla grintosa argentina Aranzazu Osoro Ulrich, con cui forma il team de 'Las Vikingas', una delle coppie più insidiose del torneo. Ha giocato 277 partite nel World Padel Tour, con una percentuale di vittorie (167) pari al 60%.

Quando hai iniziato a giocare a padel?

"A 18 anni. Ho festeggiato da poco i 10 anni di attività".

Come ti sei avvicinata a questo sport?

"È stata la mia famiglia, ci giocavano tutti. Giocavo a tennis e mi piaceva, ma poi mi hanno 'costretta' dato che decidevano sempre tutto i miei (ride, ndi)".

Cosa ti affascina del padel?

"Mi piace tutto, perché è uno sport che si gioca in due, così da formare una squadra. È bello condividere i momenti importanti con una compagna".

A chi lo consiglieresti?

"A tutti coloro che amano lo sport in generale. Vi incoraggio a provarlo, è uno sport che chiunque può praticare, è l’ideale per divertirsi con amici e familiari di ogni età. E poi per chi è pigro è anche un modo di fare un po’ di sport (ride, ndi)".

Perché pensi che il padel sia diventato così popolare?

"Prima tutti giocavamo solo a tennis, ma alla lunga se non sei bravo, diventa tutto più noioso e faticoso, mentre il padel può essere praticato da un qualsiasi neofita, che in pochi giorni impara le basi e inizia a divertirsi".

Qual è il tuo colpo migliore?

"Il mio tiro preferito è il rovescio a due mani, venendo dal tennis è ancora più naturale".

Ci racconti la tua giornata sportiva e gli altri impegni settimanali?

"Mi alleno tutte le mattine dal lunedì al venerdì, a meno che non abbia un torneo. In tal caso, il martedì di solito vado in gita. Faccio circa 2 ore di gioco in campo e 2 ore di fitness. Inoltre, un giorno alla settimana vado sia dallo psicologo che dal nutrizionista".

La partita indimenticabile?

"Beh, ce ne sono molte. Una è stata la finale che ho giocato a Barcellona con Cata Tenorio. Un altra è quando in coppia con Alba Galán abbiamo battuto in semifinale le numero 1, e infine con Aranza nella nostra prima semifinale, che è stata molto significativa per me".

Essere nel team di PUMA cosa significa per te?

"Penso che chiunque vorrebbe essere al mio posto in questo momento, considerata l’importanza a livello mondiale di un marchio come PUMA. Mi piace un po’ tutto del brand, dalla racchetta all’abbigliamento e sono orgogliosa di far parte di questa grande famiglia".

Cosa apprezzi in una racchetta da padel?

"Peso, impugnatura, punto dolce e poi la forma, la mia, per esempio, è a goccia".

Quali obiettivi vorresti raggiungere?

"Riuscire a diventare la numero 1 al mondo. È un grande traguardo che ancora quest’anno sarà difficile raggiungere, il livello è sempre più alto, ma ci proviamo e speriamo che nel breve tempo arrivi".


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