Boniek e il Padel: "Questo sport alle Olimpiadi"

Il parere dell'ex giocatore di Juve e Roma: " Il vero salto di qualità quando entrerà nel programma a Cinque Cerchi"
Boniek e il Padel: "Questo sport alle Olimpiadi"
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«Bisogna iniziare a dire che nel padel non è vero che gioca chi ha fallito nel tennis, perché sono due sport completamente differenti». Zibì Boniek, ex calciatore di Juventus e Roma, Presidente della Federazione calcistica della Polonia dal 2012 al 2021 e attuale vicepresidente dell’Uefa, non è mai banale nelle sue dichiarazioni, e in quest’intervista rimarca il tratto distintivo che deve avere questo sport, tanto più ora che anche i vertici federali italiani hanno deciso di cambiare nome alla Federazione, aggiungendo la parola “padel” alla denominazione (da FIT a FITP).

Spiega Boniek

«Tra i due sport ci sono molte differenze - continua Boniek -, dagli atteggiamenti in campo prima di tutto. Chiaramente gli ex tennisti hanno dei vantaggi per la similitudine di alcuni colpi, ma a padel più tiri forte e meno possibilità hai di vincere, è principalmente un gioco di testa. Tra dieci anni nessuno dirà che il padel è uno sport per ex tennisti». Anche Zibì è diventato un appassionato del gioco dentro la “gabbia”: «Ho scoperto il padel perché in tutti i Circoli, anche di tennis, i campi stanno nascendo come funghi. Ci si innamora del padel perché è piacevole, hai sempre l’impatto con la palla e soprattutto di compagnia visto che si gioca due contro due. È uno sport alla portata di tutti, sono contento di vedere tante donne in campo che si divertono fin dalla prima volta, a differenza del tennis dove magari si hanno difficoltà anche dopo un anno. Il padel ti dà soddisfazioni e ti consente di fare attività sportiva sia fisicamente che mentalmente».

Futuro Olimpico

Boniek non ha dubbi sul futuro del padel. Un futuro che sarà a cinque cerchi: «Questo sport presto diventerà olimpico, vedendo lo sviluppo e il business che si sta creando negli ultimi anni sono certo che entrerà nel programma olimpico. Lì ci sarà il vero salto di qualità. L’Italia? Siamo ancora molto indietro rispetto alla Spagna ma devo ammettere che di recente c’è stato uno sviluppo impressionante di strutture e giocatori».


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