"Il mio sogno è l’Academy"

Marcelo Capitani, a 47 anni ancora al top: "L’ambizione è trasmettere ai più giovani i grandi valori dello sport e contribuire alla loro crescita"
"Il mio sogno è l’Academy"
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Nato a Santa Fe il 30 maggio 1975 e con un nonno marchigiano, l’italo-argentino Marcelo Capitani ha disputato gran parte della sua carriera in Spagna, raggiungendo a 27 anni la posizione n. 20 del ranking mondiale. Selezionatore azzurro della nazionale giovanile e attuale n. 2 del ranking italiano, è stato campione europeo con la Nazionale italiana nel 2019 e vicecampione nel 2021, partecipando anche agli ultimi due Mondiali di Doha e Dubai. È stato campione italiano nel 2020 e nel 2021, vincendo nel 2022 anche lo scudetto in Serie A con l’Orange Padel Club di Roma. Una grande esperienza che oggi mette al servizio di maestri e giovani promesse attraverso la sua VPC Academy.

Come è iniziato tutto?
«Fu un amico a chiedermi di provare un nuovo sport chiamato "Paddle". Successivamente i miei genitori costruirono due campi in cemento nel circolo che frequentavo e così mi sono definitivamente innamorato, passione che mi ha portato a diventare professionista all’età di 17 quando ero a Buenos Aires».

Le due partite indimenticabili?
«La semifinale agli Europei di Marbella con la Nazionale Ita- liana che ci ha portato in finale e poi la vittoria nei quarti di finale del WPT nel 2013 contro due grandi come Maxi Sanchez e Sanyo Gutierrez».

Una qualità dei tuoi ex compagni?
«Sono veramente tanti (ride, ndi). Di Quiles la grinta, di Allemandi la superiorità, di Sanyo Gutierrez la magia, di Limones il X3, di Tamame la qualità, di Paquito Navarro la determinazione, di Marina la praticità, di Belluati la classe, di Capra lo smash, di Garcia Ariño la sua capacità di fare squadra e di Cremona la sua carica quando entra in campo».

Se ti dovessi far allenare da un coach internazionale?
«Beh, da più di uno. Miguel Sciorilli, Gustavo Pratto, Rodrigo Ovide, non posso che citare Gusta- vo Spector, al quale devo tanto per gli ottimi risultati raggiunti».

E se potessi allenare una coppia del WPT?
«Con tutto il rispetto per gli altri, sceglierei due giocatori tra Tapia, Coello e Yanguas Miguel. Sarei ancora più felice di traguardare a grandi risultati con una coppia italiana, quella composta da mio figlio Alex Capitani a Giulio Lovascio».

Rimpianti in carriera?
«Non aver fatto al 100% il giocatore professionista. Per tante circostanze, ho sempre dovuto de- dicarmi a un doppio ruolo, quello da coach e giocatore, situazione “difficile” ma svolta con passione e responsabilità, che oggi mi ha portato con soddisfazione a costruire la mia Academy».

Cosa ti aspetti da questa stagione?
«Voglio “lottare” giocando più partite possibili per essere al vertice della classifica italiana; comprendo bene che non sarà così facile, considerando che i giovani sono sempre più preparati, ma allo stesso tempo l’esperienza può fare la differenza».

Quali sono le tue ambizioni?
«Poter trasmettere la mia passione a tanti maestri italiani attraverso il mio metodo e poter insegnare ai ragazzi i valori principali dello sport, contribuendo alla loro crescita personale per ridurre il gap con i giocatori argentini e spagnoli. Cosa aggiungere di più? Non vedo l’ora di realizzare anche questo “sogno” nella VPC Academy by Marcelo Capitani».

Sogno nel cassetto?
«Che il padel possa arrivare alle Olimpiadi, il mio sogno come detto, lo sto già realizzando».


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