"Vi sorprenderò ancora una volta": l'intervista a Patty Llaguno

Così la pluricampionessa spagnola: "Impegno e determinazione: solo così si vince. Quest'anno puntiamo alle Finals di Barcellona"
"Vi sorprenderò ancora una volta": l'intervista a Patty Llaguno
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Nata a Cartagena il 25 febbraio 1985, Patricia Llaguno Zielinski è stata la prima giocatrice nella storia a vincere nel 2013 il WPT in coppia con Ely Amatriain, con cui si è anche aggiudicata il Mondiale a coppie nel 2014, oltre a diversi titoli mondiali con la nazionale spagnola. In questa stagione di Premier, alla soglia dei 40 anni, gioca insieme a Lucia Sainz, un’altra veterana del circuito, con l’ambizione di arrivare al Tour Finals di Barcellona a dicembre. La nostra Carolina Orsi ha avuto il privilegio di giocare per un breve periodo con Patty, quando la sua compagnia Victoria Iglesias si infortunò prima della tappa in Danimarca.

Che aspettative ha per questa stagione?
«Sono alte, tenendo conto dell’intenso numero di tornei in programma. Il mio obiettivo è continuare a consolidarmi con Lucia per arrivare tra le prime 8 coppie in classifica e giocarcela nella fase finale con tutte».

Quali sono le chiavi del successo di una coppia?
«Impegno, determinazione e non mollare mai. Oggi è molto difficile ottenere questa combinazione, ma la ritengo fondamentale per far funzionare una squadra a prescindere dai risultati che si ottengono».

Se potesse rubare un colpo alla sua compagna?
«In generale, prenderei la forza che mette in ogni colpo».

Com'è il rapporto fuori dal campo con le sue ex compagne?
«Conservo un ottimo ricordo di Intervista a Patty Llaguno, pluricampionessa spagnola ogni momento vissuto dentro e fuori dal campo con loro. Sono relazioni che ti segnano per il futuro, con tanti ricordi che porterò sempre con me. Anche con qualche aneddoto (ride)».

I giocatori argentini e spagnoli dominano il padel. Vede qualche Nazione in grado di avvicinarsi?
«Ci vorrà del tempo, ma sono sicura che arriverà. I Paesi nordici, per il loro modo di essere e di lavorare, sono sicuro che raggiungeranno gli ispanici prima o poi».

Cosa ne pensa del pickleball? E del tennis?
«L'ho provato qualche volta e penso che, sebbene abbia alcune somiglianze con il padel, sia uno sport molto diverso con dinamiche proprie. Il tennis sarà sempre il re degli sport di racchetta, lo adoro e cerco di praticarlo ogni volta che posso».

Come vede il padel tra 10 anni?
«Vista l’evoluzione incredibile che ha avuto dal 2020, non so davvero cosa immaginarmi».

Ha qualche abitudine prima della partita?
«Entro in campo sudata dopo un buon riscaldamento e sempre con la mentalità di dare il mio 100%».

A chi dedica le sue vittorie?
«Alla famiglia, ma soprattutto a mia madre».

Si trova bene con i social network?
«Diciamo che non mi sento proprio a mio agio con questa esposizione continua nella vita di ogni giorno e quindi, pur apprezzando alcune valenze di socializzazione, li uso quanto basta, dato che preferisco confrontarmi con le persone faccia a faccia e sarà sempre così».


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