Nata a Mahon nell’isola di Maiorca il 28 giugno 1992, Gemma Triay, attuale n.3 del ranking, è una delle regine del padel con una percentuale di vittorie del 78%. Possiamo dire che all’inizio del 2024 per Gemma era quasi un anno “zero”, avendo scelto di prendere per mano Claudia Fernandez, classe 2006, dimostratasi poi una delle giovani più strabilianti in Premier, con cui ha già vinto in Francia e in Cile, dopo aver disputato diverse semifinali e finali nelle altre tappe. Per la 18enne di Madrid è stata un’esperienza unica e di grande crescita affianco a una campionessa del mondo e maestra indiscussa, mentre per Gemma si è trattata di una nuova e stimolante sfida che sta dando i suoi frutti.
Che aspettative avete per questa stagione?
"Personalmente mi aspetta una bella sfida. Per anni ho iniziato con una compagna esperta, mentre quest’anno gioco con una giovane e talentuosa promessa. Ora non pensiamo alla classifica, ma solo a giocare, dato che è prima fondamentale definire bene quale sia la nostra identità e dove realmente possiamo arrivare. Al momento direi che promette decisamente bene!".
Quali sono le chiavi del successo di una coppia?
"Avere gli stessi obiettivi, conoscersi bene sia dentro che fuori dal campo, allenarsi insieme e sostenersi a vicenda in ogni momento".
Cosa prova quando gioca contro un ex compagna?
"La prima volta può essere spiacevole, dato che si tratta sempre di una persona con cui hai condiviso molti bei momenti e con la quale hai lottato in tante battaglie. Ma alla fine è così che funziona e noi siamo delle professioniste".
Come vede il padel tra 10 anni?
"Vedo il padel professionistico evolversi in modo esponenziale, con una sempre maggiore specializzazione dei giocatori e apertura di nuove strutture e centri che ospiteranno sistemi di allenamento sempre più innovativi e tecnologicamente avanzati proposti dalle aziende, con lo scopo di evolvere ulteriormente le prestazioni in campo e rendere ancora più spettacolari le partite e mediaticamente performante il circuito per gli sponsor. Mi ritengo fortunata di poter vivere l'attuale fase di transizione che il padel sta attraversando".
Un aneddoto divertente?
"Quando eravamo a Bruxelles, io, Claudia e il nostro coach Rodri, ci eravamo ripromessi che se avessimo vinto le semifinali, saremmo andati a prenderci come premio un bel waffle, cosa che sognavamo dal giorno che siamo arrivati. Dopo aver fatto la fila, arriva il nostro turno e ci dicono che gli dispiace ma chiudono alle 22. Ho guardato l'orologio ed erano le 21:58 e dopo averli implorati per 5 minuti, con Claudia che era “disperata”, hanno ceduto (ride)".
A chi dedica le sue vittorie?
"Alla squadra, alla mia compagna e alla famiglia".
Si trova bene con i social network?
"Sì, mi piacciono molto e sono attenta a rispondere ai tifosi, proprio per ricambiare l'affetto che mi trasmettono da tutto il mondo, mostrando come è Gemma fuori dal campo e cosa mi piace fare".