Chozas: "Sono cresciuto a pane e... padel"

Scalato il ranking, l'argentino campione del mondo ora punta la top 20: "Vincere davanti alla mia famiglia è stato magico"
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Alex Chozas, numero 28 del ranking e giovane talento argentino fortemente in ascesa, è nato a Hurlingham il 18 luglio del 2003. È uno dei bombardieri del padel, potendo contare su dei colpi di grande intensità, che gli hanno permesso di mettersi in luce, tanto da entrare recentemente nel team Siux, azienda leader che sta puntando sui migliori NextGen del momento. Alex è tornato a giocare in coppia con un altro “picchiatore” e giovane fenomeno, Leo Augsburger, con cui nella tappa di settembre in Olanda si è messo decisamente in luce, qualificandosi per la semifinale, dopo aver battuto a suon di cannonate gli allora numero 3 del ranking Juan Lebron e Martin Di Nenno, e prendendosi di diritto il soprannome di “bombarderos”.

Alex, come le è nata la passione per il padel?
«Da mio padre che era un professionista e aveva un padel club dove sono praticamente cresciuto a pane e padel».

Come ci si sente a essere campione del mondo a 21 anni?
«È una grande soddisfazione perché è stato un anno con molti alti e bassi. Essere tra gli 8 selezionati e poi vincere il titolo davanti ai miei familiari e alla mia ragazza è stato impagabile».

Quest'anno è entrato nella top 30, come finirà l’anno?
«Vedremo. La voglia è di entrare tra i primi 20, ma è molto difficile dato sono rimaste anche poche partite. Intanto però non mi posso di certo lamentare e l'obiettivo di inizio anno è stato raggiunto alla grande, passando da 108 a 26° del ranking».

A Rotterdam con Leo avete sorpreso tutti, cosa si prova a battere giocatori del calibro di Lebron e Di Nenno?
«Battere la coppia numero 3 al mondo è stato un premio per lo sforzo, l'allenamento e la preparazione che con Leo abbiamo messo per questa sfida, vittoria che ci ha fatto capire che abbiamo delle ottime potenzialità».

Cosa ne pensa di tutti questi continui cambi di partner?
«Non li condivido, anche se con l’arrivo delle nuove generazioni sembrano diventati normali. Anche io quest’anno ho cambiato due volte, ma resto convinto che per fare coppia c’è bisogno di mesi e non di tre partite».

Ha un aneddoto da raccontarci?
«Quello che racconto sempre è che ho partecipato al World Padel Tour per una pura casualità. È andata così: giocavo in un altro circuito e avevo perso una partita a Monaco. Invece di tornare in Argentina, la mia famiglia e il mio agente mi hanno convinto ad andare direttamente in Spagna per allenarmi, e lì c’erano anche tanti tornei. E così li ho ascoltati, sono andato a Madrid, e dopo essermi allenato per un po' di tempo, anche con Agustin, un giorno mi sono messo d’accordo con Javi Valdés per giocare insieme al WPT. Beh, è stato un sogno e tra l’altro siamo anche entrati nel tabellone al nostro primo torneo».

Quali sono i suoi obiettivi per il prossimo anno?
«Arrivare tra le prime 8 coppie e partecipare al Master Finale».

Come si trova con i social network?
«Direi bene, sono molto attivo, penso sempre cosa posso realizzare e caricare. Di solito scrivo i testi da solo, anche se a volte mi faccio aiutare. Cerco di rispondere a tutti, a volte anche in ritardo, perché per me è un piacere poter ricambiare ed essere in contatto con le persone che si interessano di me. Quindi la risposta è che sono ossessionato dai social network (ride, ndi)».


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