
Nato a Chieti il 25 dicembre 1987, Lorenzo Di Giovanni si è sempre contraddistinto per il suo talento innato e per l’evoluzione impressionante che ha avuto negli ultimi anni. L'abruzzese, con un passato nel tennis, è stato anche l’allenatore di Roberta Vinci e Francesca Schiavone, è stato campione italiano e milita in Nazionale dal 2021, con cui ha raggiunto pochi mesi fa lo storico traguardo con il quarto posto ai Mondiali. È n. 128 del ranking e gioca in coppia con il bravo Riccardo Sinicropi.
Apriamo con il Mondiale appena terminato, raccontaci di questo storico risultato?
«È stato fantastico e il gruppo ha fatto la differenza. Un risultato che sapevamo essere nelle nostre corde, ma essere riusciti ad ottenerlo mi rende ancora più orgoglioso».
Due parole sul bronzo delle ragazze?
«Che dire… hanno dimostrato ancora una volta di essere le migliori e di molto rispetto alle altre nazioni, tolte ovviamente la Spagna e l’Argentina che restano di un altro pianeta».
Quali sono i fattori che devono funzionare in una coppia?
«I giocatori devono essere complementari e poi l’affiatamento in campo deve essere totale. A mio avviso fuori dal campo non è necessario essere grandi amici ma durante la partita l’intesa è tutto».
Cosa ne pensi di questi continui cambiamenti di coppia?
«Credo siano inevitabili e dati dal fatto che il padel sta crescendo a ritmi sostenuti e nessun giocatore vuole restare indietro e così appena le cose non funzionano, dopo un paio di tornei, si cercano altre strade senza dare a un progetto, il tempo necessario affinché possa raggiungere il suo massimo potenziale».
Giocatori uomo e donna preferiti?
«Agustin Tapia e Paula Josemaria. Sono sempre stato affascinato dal talento puro e dalla creatività di questi due maghi del campo».
Hai un aneddoto da raccontarci?
«Penso di avere una qualità innata nel pescare wild card nei sorteggi!».
Un bilancio del 2024?
«Positivo, anche se non ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissato e cioè entrare nei primi 100 giocatori del ranking FIP».
Obiettivi per il 2025?
«Entrare tra i top 100 e qualificarmi nel tabellone principale di un Premier P1».
Come ti trovi con i social?
«Penso che siano uno strumento indispensabile per chi svolge la nostra attività e prediligo dare più spazio alla vita sportiva rispetto a quella privata».
Sogno nel cassetto?
«Essere un buon padre visto che nel 2025 arriverà questo regalo stupendo che ci ha dato la vita e non vedo l’ora di portarlo con me in qualche torneo».