La tenuta psicologica è un aspetto rilevante

Pierfrancesca Carabelli, psicologa dello sport e psicoterapeuta, chiarisce alcuni aspetti spesso sottovalutati del padel
La tenuta psicologica è un aspetto rilevante
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La pressione nel padel, la paura di vincere, i cali di concentrazione e l'ansia di subire piccoli traumi. Pierfrancesca Carabelli, psicologa dello sport e psicoterapeuta, al Corriere dello Sport ha chiarito alcuni aspetti spesso sottovalutati di questa disciplina.

 Il padel è uno sport molto impegnativo dal punto di vista psicologico. All’interno della gabbia uno scambio può durare anche molti minuti...

"La tenuta psicologica è un aspetto rilevante e diventa utile mantenere un buon grado di lucidità mentale. Il primo passaggio per contenere i cali di attenzione sta proprio nell’accettare il fatto che l’attenzione è soggetta a variazioni di intensità e durata, quindi è normale che si abbiano dei momenti di concentrazione massima seguiti da momenti di concentrazione minima. Accettare questo andamento tiene lontane emozioni come l’ansia o la rabbia che l’atleta potrebbe provare di fronte ai propri cali". 

Come gestire la pressione quando si pensa di aver domato l'avversario? 

"Mi viene da rispondere che non è finita finché non è finita. Consiglio di mantenere un buon livello di attivazione psicofisica anche quando la vittoria appare scontata, di non sottovalutare mai gli avversari, di stare col pensiero nel presente".  

E al contrario quando invece iniziamo male e non riusciamo a entrare in partita? 

"E' fondamentale non lasciarsi andare alle emozioni che ne possono conseguire, sospendere il giudizio negativo su di sé o sul compagno e darsi da fare per trovare la propria chiave di accensione. Utile anche usare il linguaggio corporeo per comunicare energia e voglia di giocare, malgrado il momento di difficoltà: aiuta la propria mente a reagire e non lascia arrivare agli avversari messaggi non verbali di vulnerabilità".

Consiglia di essere aggressivi fin dai primi scambi?

"Tendenzialmente partire bene e forte è un buon messaggio da inviare agli avversari però non è una cosa semplice da realizzare, poiché in primi game sono anche di studio degli avversari, quindi dipende abbastanza dalle caratteristiche fisiche e mentali dei due atleti".

 

Un trucchetto per mantenere alta l'attenzione nel padel?

Ogni atleta mentalmente allenato ha le proprie come mantenere la concentrazione su quanto sta accadendo tralasciando qualsiasi pensiero legato a fatti o persone “fuori partita”: tenere a mente e dicendo il punteggio a voce alta. Fondamentale anche una buona comunicazione verbale e non, che trasmetta energia tra i componenti della coppia, aiutando entrambi a sentirsi motivati e focalizzati". 

Nel padel si gioca in coppia: consiglia, nei momenti chiave di cercare un confronto col partner?

"Entrambi gli atleti possono essere risorsa l’uno per l’altro, sia dal punto di vista mentale che da quello tecnico-tattico. Insieme si definisce il piano di gioco, lo si modifica strada facendo e insieme si esce dalle difficoltà emotive dell’uno o dell’altro". 

Pensa che mentalmente avere la giusta racchetta possa essere la chiave per evitare traumi da gioco? 

"Se 'l’arma giusta' è quella che consente al giocatore di eseguire agevolmente i vari colpi di difesa e di attacco, allora possiamo affermare che quella racchetta aiuta il giocatore a sentirsi sicuro e in fiducia in campo, sensazione che ha ripercussioni positive sulla qualità della prestazione".

Esiste la paura di farsi male nel padel?

"Sì. In generale il lavoro sul recupero da un infortunio deve valutare l’entità dello stesso sul piano fisico e il suo impatto sul piano psicologico attraverso una valutazione psicodiagnostica, per passare poi la ridefinizione degli obiettivi e a training focalizzati su più abilità affinché la paura di farsi male non si trasformi in un ostacolo al pieno recupero fisico e mentale dell’atleta".

Nel padel esiste il concetto di nikefobia o paura di vincere? 

"Sì, anche se il fatto che sia uno sport di coppia potrebbe contenere o mascherare la paura di vincere, o meglio delle conseguenze legate alla vittoria. Il coinvolgimento nella competizione è essenziale, ma diviene rovinoso quando l’autostima e l’identità dipendono dall’andamento dell’attività sportiva. Opportuno invece attribuire un valore realistico ad ogni sfida per svincolarsi dalle pressioni interne legate alla propria storia".

C'è una spiegazione relativa al fatto che il padel sia esploso in modo così fragoroso?

"E' uno sport facile ed è aggregante: favorisce e stimola la socializzazione. Per giocare bisogna essere in quattro e lo stare in compagnia è un bisogno fondamentale di ognuno di noi, al di là dell’età, del ceto sociale e delle esperienze sportive pregresse".

 


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