Di Vaio: “A padel si possono divertire tutti”

Intervista all’ex attaccante: “È un gioco trasversale. Totti? Lui è stato uno dei precursori”
Di Vaio: “A padel si possono divertire tutti”
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Una carriera di primo piano tra Italia, Spagna, Francia e Canada. E un presente da dirigente affermato del Bologna, dove ha scritto pagine di storia. Marco Di Vaio attualmente ricopre il ruolo di Responsabile Scouting della società felsinea. Nel tempo libero, Marco si diverte a padel: «Ho conosciuto il padel nel 2004 a Valencia quando giocavo lì, degli amici mi avevano introdotto a questo sport e loro già giocavano tantissimo. In Italia non continuai perché allora non c’erano campi. Cinque anni fa, prima di fare la ristrutturazione di Casteldebole, avevamo il campo da padel all’interno del Centro Sportivo e avevo ripreso a giocare. Ora gioco saltuariamente, in base agli impegni di lavoro, nei Circoli di padel qui a Bologna».

Padel e protagonisti

L’ex capitano rossoblù ci spiega qual è il lato bello di questa disciplina sportiva: «È competitivo, emozionante perché ogni partita è diversa dalle altre. Serve concentrazione e aggressività, mi piace molto. Posso dire che è un gioco trasversale e non selettivo, ci sono tante donne e ragazzi che giocano, tutti si possono divertire soprattutto se trovi il livello giusto di gioco». Tanti sono i calciatori che si sono riversati nella “gabbia” una volta terminata la carriera. Per Di Vaio non è una casualità: «C’è qualcosa nei calciatori che gli permette di giocare bene a padel. Penso ad esempio alla forza nelle gambe nelle uscite di parete o nel recupero delle palle complicate e per il fatto di non dover coprire grandi distanze. A Bologna ho giocato con Tomas Locatelli che è di livello altissimo. Così come Francesco Totti, lui è stato un precursore del padel, ha grande esperienza». Nel tempo libero, non mancano le partite con Mihajlovic: «Il mister è aggressivo come quando era in campo, mette tanto carattere e non ci sta a perdere». E ridendo aggiunge: «Abbiamo giocato per la prima e ultima volta insieme poco tempo fa perché abbiamo perso e ha detto che è stata colpa mia». La chiusura è su Roberto Mancini, ct dell’Italia e grande appassionato di padel: «Sì, gioco spesso con Mancio, lui viene a giocare qui al Country dove gioco anche io. Ha grande sensibilità nei colpi, come quando era sul rettangolo verde!».


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