Mancini, passione padel: "È uno sport vincente"

Dalle prime partite al Tennis Club Aeroporto di Bologna alle sfide con gli ex calciatori: "È divertente, adatto a tutti e destinato a crescere tanto. Spero arrivi alle Olimpiadi"
Mancini, passione padel: "È uno sport vincente"
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Sono passati quasi dieci anni da quella partita amichevole che segnò una svolta nella crescita del padel in Italia. Era il 2014 e durante gli Internazionali di Tennis fu montato un campo da padel per un match che vedeva in campo gli allora numero 1 italiani Isidoro Spanò e Stefano Pupillo e due stelle del calcio italiano: Francesco Totti e Roberto Mancini. Proprio i due ex calciatori possono essere definiti come i pionieri di questo sport: ora sembra facile pensare al padel vedendo la moltitudine di campi e praticanti, soprattutto nella Capitale, ma circa dieci anni fa non era così. Il padel era uno sport in fase embrionale e proprio Totti e Mancini, con quella partita amichevole, diedero una svolta mediatica come principali ambassador di questa disciplina sportiva. 

Parla il ct

Dal 2014 arriviamo al 2023, tante cose sono cambiate, il padel ha avuto una crescita vertiginosa e sogna il debutto olimpico. Riallacciamo il filo della storia proprio con Roberto Mancini, ct della Nazionale italiana campione d'Europa, che incontriamo durante una pausa prima della Final Four della Nations League, che vedrà gli azzurri impegnati nella semifinale di domani contro la Spagna, con l'obiettivo di dimenticare la delusione della mancata partecipazione ai Mondiali in Qatar e con la voglia di portare a Coverciano un altro trofeo, da dedicare questa volta all'eterno amico Gianluca Vialli. «Ho iniziato a giocare al TC Aeroporto di Bologna molti anni fa le sue parole in esclusiva dove era stato montato il primo campo da padel. Mi è sempre piaciuto giocare a padel e lo ritengo uno sport adatto a qualsiasi età, bastano pochi amici e ci si diverte in fretta». Il divertimento e il carattere aggregante del padel sono il segreto del suo successo, secondo il ct: «Per giocare a tennis bisogna essere bravi, a padel invece dopo 4-5 volte che giochi, impari a usare i vetri e ti puoi divertire da subito. È uno sport allenante, più giochi, più ti alleni e più ti diverti. È una formula vincente». Roberto Mancini, come detto, può essere definito uno dei pionieri di questo sport e ripercorre in un attimo questi ultimi anni di vera e propria padelmania in Italia: «Non mi aspettavo un boom di queste dimensioni, ci sono posti in Italia dove non ci sono ancora molti campi da padel. Per questo credo però che possa crescere ulteriormente come sport perché è trasversale».

Dal calcio al padel

Uno sport che ha coinvolto tantissimi ex calciatori, che sono passati dal rettangolo verde alla "gabbia", sia come giocatori che come imprenditori. Stilare una classifica di bravura non è facile, perché in molti sono portati con la "pala" in mano: «Ce ne sono tanti bravi adesso prosegue Mancini come ad esempio Locatelli, Totti, Candela, Fiore e Di Biagio. Io gioco ma non benissimo, bisognerebbe chiedere a loro come si trovano con me in campo (ride, ndi). Tanti ex calciatori ora sono appassionati di padel perché è uno sport che ti mantiene in forma e ti consente di passare del tempo con gli amici. Poi ovviamente negli ex calciatori c'è sempre lo stimolo di voler vincere. Giocando spesso, si migliora velocemente e sale di conseguenza l'adrenalina per vincere». Oltre alla Nations League, a giugno ci sarà il debutto del padel nei Giochi Europei, un'altra tappa di strategica importanza per entrare nel programma delle Olimpiadi: «Mi auguro che sia possibile conclude il ct Mancini penso che il padel possa diventare sport olimpico in futuro».


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