Rugby, italiane in Europa il progetto va rivisto

Mentre le Zebre tornano a vincere, il Rovigo ne prende 104: la conferma che il nostro campionato non prepara alle coppe
Rugby, italiane in Europa il progetto va rivisto© ZEBRERUGBY.EU
Francesco Volpe
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Due giorni, tre risultati, lo specchio di un movimento.

Challenge Cup, venerdì: Cardiff Blues (Gal)-Rovigo 104-12
La più pensante sconfitta nella gloriosa storia del Rovigo, il secondo maggior passivo subito da un’italiana nelle Coppe europee (nel 2001, Saracens-Bologna finì 113-3).

Challenge Cup, oggi: Zebre-Brive (Fra) 23-13
Seconda vittoria in cinque partite per le Zebre nella seconda manifestazione europea

Qualification Cup, oggi: Mogliano-CDUL (Por) 45-17
Sette mete dei veneti ai campioni del Portogallo, all’esordio nelle qualificazioni per la Challenge 2015-16.

Tre partite che hanno definito il valore del rugby italiano a livello di franchigie e di club, l’hanno posizionato esattamente sulla mappa del rugby europeo. Le Zebre, allo stato attuale la peggior realtà celtica, tengono il campo nella seconda coppa (la Challenge, appunto). Il Rovigo, allo stato tra i migliori club italiani per budget, organico, pubblico, non può assolutamente competere con le squadre di Premiership (70 punti subiti a Londra), Top 14 (68 a Grenoble) o Pro 12 (104 a Cardiff) nella stessa manifestazione. E un discorso analogo varrebbe per il Calvisano o il Mogliano, le altre due big della nostra Eccellenza. Semplicemente lo standard - fisico, tecnico, motivazionale - del nostro campionato non è neppure lontanamente paragonabile a quello dei tre maggiori tornei continentali. Figuriamoci se il salto triplo dei nostri ragazzi (Eccellenza, Celtic, Nazionale) tornasse ad essere quello in lungo del passato (dall’Eccellenza in azzurro), come qualche illuminato propone e suggerisce.
La vittoria del Mogliano oggi e quelle del Rovigo nei preliminari di quest’anno contro portoghesi e georgiani dimostrano che i nostri club sono nel limbo: più forti e organizzati della serie B europea ma distanti anni-luce dalla serie A. L’unico modo per schierare una seconda squadra in Challenge sarebbe rispolverare il progetto Emergenti: una selezione dei migliori giocatori dell’Eccellenza. Un’opzione da valutare seriamente perché i risultati di quest’anno (non dimentichiamo le Caporetto di Treviso in Champions) stanno irritando i nostri partner del Sei Nazioni. Oggi “L’Equipe.it” sposa le tesi avanzante un mese fa dal “Times” e sottolinea come la presenza di un’italiana stia squilibrando la coppa più importante. Muoviamoci noi prima che gli altri ci accompagnino alla porta.


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